Chiaroscuri della manovra: cancellati
gli «anticipi»
Insufficienti le assunzioni del personale amministrativo.
Dai fondi per classi sicure
al rebus sul numero-docenti.
Marina Boscaino,
l'Unità
del 17/10/2006
L'unico effetto positivo che cinque anni di
Moratti hanno prodotto in molti di noi è stato quello di farci
comprendere in maniera inequivocabile ciò che non vogliamo; di farci
capire come affidare la gestione della scuola pubblica a pratiche
neoliberiste produca effetti devastanti in un sistema delicato come la
scuola pubblica. Oggi, con gli occhi degli elettori appassionati, ci
troviamo a fare i conti con il progetto di scuola contenuto nella
Finanziaria.
Formazione delle classi:
Si rimanda a un successivo decreto per la revisione dei parametri di
formazione delle classi in modo da incrementare dell'0,4% il valore
medio nazionale del rapporto alunni/classe. La cifra non è
irrilevante: l'obiettivo potrebbe essere raggiunto chiudendo le tante
classi uniche con un numero di alunni al di sotto del numero minimo
ora previsto (15 nella scuola dell'infanzia, primaria e media, 20 per
la secondaria di II grado) di scuole collocate in piccoli comuni;
oppure accorpando classi terminali di scuole tecniche e professionali
con molti indirizzi. Secondo la relazione tecnica sulla Finanziaria
depositata alla Camera, l'innalzamento del rapporto alunni/classe
potrebbe portare alla riduzione di 19.032 posti di insegnanti (e 7.050
Ata).
Il sostegno ai disabili:
Va tutelato almeno l'attuale rapporto medio nazionale di un docente di
sostegno ogni 2 alunni disabili. La ristabilita centralità della
certificazione dell'handicap rischia di non tener conto di alcune
realtà locali che producono (non troppo) incomprensibilmente
certificazioni doppie rispetto alla media nazionale.
Il personale Ata:
Insufficiente la previsione dell'assunzione di 20.000 Ata (quest'anno
i posti vacanti sono 80.000). Molte scuole, anche materne ed
elementari, funzionano con un numero limitato di bidelli; e
l'annunciata costituzione del Fondo Scuola richiama ad un
potenziamento delle segreterie, già oberate da oneri notevoli. La
stima relativa all'assunzione a tempo indeterminato di 150.000 precari
nei prossimi 3 anni - di per sé positiva - potrebbe non trovare
applicazione se si verificassero le condizioni previste dalla
relazione tecnica: i posti disponibili potrebbero essere solo 75.000,
considerando la sconcertante previsione di taglio di 43.200 posti nel
2007 e altri 6800 nel 2008.
Due soli capitoli di spesa:
Con l'art. 65 in maniera piuttosto generica si prevede l'accorpamento
degli attuali capitoli di spesa destinati alle istituzioni scolastiche
(ad esempio, esami di stato, formazione, stipendio dei supplenti
brevi, miglioramento dell'offerta formativa) in due grandi fondi, dei
quali non si conosce l'esatta entità. Molti hanno gridato a una
rinnovata e auspicabile autonomia delle scuole: ma se l'autonomia
scolastica è la capacità della scuola di interpretare al meglio il
bisogno di cultura della società, l'ipotesi di questo fondo unico
potrebbe comportare per le scuole la scelta obbligata di trascurare
gli aspetti fondamentali cui erano destinati (seppure talvolta usati
in maniera impropria) i fondi per l'autonomia della l. 440 (ricerca
didattica e sperimentazione, appunto).
L’Autonomia:
Viene prevista l'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia
Scolastica, che subentrerà all'INDIRE e agli IRRE. Il riportare sotto
l'area dell'amministrazione centrale la ricerca, obiettivo primario
dell'autonomia, potrebbe confermare il sospetto di una lettura del
principio dell'autonomia fortemente identificato con attività
prevalentemente di ambito organizzativo e gestionale.
Cancellati gli anticipi:
Vengono cancellati gli anticipi nella scuola dell'infanzia attraverso
l'attivazione in via sperimentale di «sezioni primavera» (dai 24 ai 36
mesi) che rispondono a diffuse esigenze, ma pongono qualche problema
rispetto all'inserimento della materna nel percorso formativo della
scolarità vera e propria.
250 milioni per l’edilizia:
Stato, Regioni e Comuni dovrebbero stanziare 250 milioni di euro in
tre anni per far fronte all'emergenza dell'edilizia scolastica (gli
edifici da mettere a norma sono 14.000). Solo in seguito alla stipula
di questo patto - 2/3 della cifra saranno a carico delle regioni e
degli enti locali - si concederà la proroga fino al 2009 per la messa
a norma degli edifici stessi. Ma la parziale penalizzazione che gli
enti locali dovrebbero avere da questa Finanziaria permetterà
l'erogazione di tali fondi?