Panebianco e la scuola.

Quando gli universitari pontificano sulla scuola.

Paolo Mazzocchini, da DocentINclasse del 30/10/2006

 

Si può essere facilmente d’accordo sull’assunto centrale dell’articolo di Angelo Panebianco apparso oggi (30.10.2006) sul Corriere, secondo il quale nella scuola italiana si dovrebbe assumere un po’ di meno badando piuttosto alla qualità (cioè alla selezione rigorosa) degli insegnanti assunti.

Tuttavia l’articolo di Panebianco presenta, oltre che qualche argomentazione capziosa, anche talune fastidiose e gravi inesattezze:

1) Non si vede come si possa migliorare l’insegnamento diminuendo il numero degli insegnanti e ingrandendo le classi: chiunque insegna sa che una classe con più di 25 alunni rende difficile o impossibile un lavoro efficace anche al più preparato dei docenti.

2) È davvero azzardato sostenere che le Scuole Superiori di Specializzazione all’Insegnamento (le famigerate SSIS) svolgano un meritorio lavoro di formazione e selezione qualitativa degli insegnanti che sarebbe poi vanificata dalle assunzioni indiscriminate di precari. In realtà tutti (a partire da chi le frequenta) sanno che le SSIS sono baracconi inefficienti e chiacchierologici messi in piedi dalle Università per succhiare ingenti tasse a chi vi accede senza offrire nessuna garanzia né di qualità della formazione né, tantomeno, di selezione meritocratica. In cambio di cifre annuali a tre zeri, infatti, queste SSIS vendono il titolo di abilitazione all’insegnamento praticamente a chiunque senza una vera differenziazione nel giudizio finale. Una vera selezione avverrebbe solo ripristinando seri concorsi per esami e titoli: ma si sa che questi ultimi costano allo stato, mentre le SSIS ingrassano le casse delle Università.

3) Sentir dire che gli insegnanti medi (con stipendi che non superano i 1600 euro mensili dopo 30 anni di servizio) sarebbero oggi una corporazione potente (come i farmacisti o i notai?) è veramente sconcertate. Addirittura insultante se a dirlo è chi (come Panebianco) è un docente universitario: una categoria che guadagna il doppio o il triplo degli insegnanti medi, laurea una miriade di asini molto più a buon mercato che la scuola superiore, ed è assunta, come ognuno sa, attraverso cooptazioni baronali che con tutto hanno a che fare tranne che col merito. Ma perché mai dei docenti universitari pontificano ultimamente così spesso sul reclutamento dei loro colleghi di scuola media e non parlano mai della scandalosa situazione dell’università? Bisognerebbe prima occuparsi della trave ingombrante che sta nel proprio occhio, prima di pronunciarsi credibilmente su quella che affliggerebbe l’occhio altrui....


PAOLO MAZZOCCHINI - Castelfidardo