Il viceministro Bastico: nuovi assunti anche
dalle vecchie liste
Graduatorie, non saranno cassate.
Il governo deposita oggi gli emendamenti alla
Finanziaria su immissioni e Ata.
Forse la fiducia.
Italia Oggi del 24/10/2006
Nessun colpo di spugna sulle graduatorie
permanenti. Tra quattro anni il reclutamento degli insegnanti
cambierà. Ma i docenti che oggi sono nelle liste e che a quel tempo
saranno ancora precari non dovranno ricominciare tutto dall'inizio.
Potranno transitare nelle nuove liste con un punteggio per i titoli e
il servizio accumulati. I diritti e la posizione maturati saranno
insomma salvaguardati. È questo il senso di uno degli emendamenti alla
Finanziaria che sarà depositato oggi in commissione bilancio alla
camera.
'L'attuale formulazione della norma sul nuovo
reclutamento parla di abrogazione delle graduatorie a partire dal
2010/11', spiega il viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico,
in questa intervista a ItaliaOggi. ´Una formulazione foriera di
valutazioni sbagliate e che sarà corretta. Niente più abrogazione, ma
trasformazione delle graduatorie'.
Oggi pomeriggio scade il termine per depositare
gli emendamenti alla Bilancio, passo decisivo per l'assetto della
manovra. E, mentre questo giornale andava in stampa, erano ancora in
corso le trattative tra governo e maggioranza per definire le
modifiche da apportare. Se ne attendono, tra centro-destra e
centro-sinistra, quasi 10 mila. Una messe di richieste oggettivamente
insostenibile, tanto che l'esecutivo sta valutando di riscrivere la
Finanziaria in forma di maxi-emendamento e ricorrere al voto di
fiducia. Dopo tanti tocchi e ritocchi, sarebbe la strada quasi
necessitata per ridare organicità alla Finanziaria.
Una Finanziaria che ha suscitato molte critiche,
tra le forze sociali (Cgil, Cisl e Uil ieri hanno proclamato lo stato
di agitazione, lo Snals ha già fissato lo sciopero per il 7 dicembre)
ma anche all'interno della stessa maggioranza, con emendamenti a volte
discordanti tra di loro.
Domanda. Il centro-sinistra ha dato
l'impressione di non avere, diciamo così, le idee troppo chiare sul da
farsi.
Risposta. Siamo stretti tra due obiettivi imperanti: risanare i conti
e fare una politica di sviluppo; alla fine, la manovra centrerà
entrambi gli obiettivi.
D. Nella scuola c'è molto allarme per
l'abolizione delle graduatorie permanenti. Che fine faranno i docenti
che nell'anno scolastico 2010/11 vi saranno ancora iscritti?
R. Forse si è perso di vista un grande risultato che questa manovra,
già nel testo presentato dal governo, ha messo a punto: c'è per gli
insegnanti un piano pluriennale di 150 mila assunzioni, che in tre
anni non solo copriranno il turn over, quasi 30 mila pensionamenti
l'anno, ma anche molti dei posti vuoti negli organici. Per l'anno
2010/2011, noi contiamo che tutti i precari storici, coloro che
insegnano da anni costantemente, siano assunti a tempo indeterminato.
Ma se nelle graduatorie ci saranno ancora supplenti, non saranno
lasciati a spasso. Con un emendamento, governo e maggioranza sono
d'accordo a modificare la norma in questione che parla di abrogazione
delle graduatorie. Ci sarà un nuovo reclutamento, ma si terrà conto
dei vecchi abilitati, che entreranno nelle nuove liste con i punteggi
per titoli e servizi pregressi.
D. Come cambierà il reclutamento?
R. Con la Finanziaria abbiamo indicato alcuni criteri: abolire il
doppio punteggio per il servizio di montagna, ridimensionare quello
dei master, nessuna retroattività delle nuove regole. Tutto il resto,
valore delle lauree e delle scuole di specializzazione o
programmazione della formazione, per esempio, sarà deciso
successivamente, attraverso un percorso di concertazione, finalmente
delegificato.
D. Assistenti, amministrativi e bidelli
lamentano che le assunzioni per loro sono poche.
R. Auspichiamo che nel dibattito parlamentare emerga con chiarezza che
di assunzioni ne servono almeno 40 mila, il doppio delle attuali. E
proponiamo di rendere più facile anche le chiamate per le
sostituzioni.
D. In che modo?
R. Oggi per avere una supplenza ata possono passare anche due mesi,
perché sia esaurito il procedimento dai centri per l'impiego. La cosa
cambia molto da regione a regione, ma noi contiamo, affidando la
competenza a fare le nomine direttamente alle scuole, di ridurre
drasticamente i tempi. Le liste da utilizzare, ovviamente, restano
sempre quelle dei centri per l'impiego.
D. Anche gli aspiranti presidi non sono
per niente contenti.
R. Per i dirigenti scolastici c'è un piano che porterà all'abolizione,
entro quattro anni, di reggenze e incarichi. Ogni posto sarà coperto
da un dirigente a tempo indeterminato. A oggi c'è una procedura molto
complicata, noi la modificheremo, semplificando l'iter e garantendo a
tutti i candidati che accedono al corso di formazione di entrare in
graduatoria. Abbiamo una strategia molto precisa, che riguarda tutto
il personale della scuola: uscire dall'emergenza per arrivare a una
gestione ordinaria della scuola, con personale a tempo indeterminato,
salvo le necessità temporanee di sostituzioni.
D. I sindacati sono in allerta per
l'innalzamento del numero di alunni per classi. Così si tagliano gli
organici.
R. Una proposta emendativa chiarirà che i tetti vigenti non saranno
superati e che con le opportune eccezioni, per esempio la
particolarità del territorio oppure la presenza di alunni disabili, ci
sarà l'innalzamento ai parametri ordinari.
D. Ma con tutti questi distinguo come
fate a ridurre il numero delle classi? È vero che la clausola di
salvaguardia voluta da Padoa-Schioppa è saltata, e che dunque non
siete più obbligati a centrare gli obiettivi di risparmio stabiliti,
ma da qualche parte dovrete pure tagliare.
R. In Italia ci sono 489 specializzazioni alle superiori. Corsi
diversi, magari in poco, ma sempre diversi e che dunque costituiscono
classi diverse, magari con 20 alunni per classe. È una gestione
antieconomica, dispersiva anche per i ragazzi. Gli indirizzi delle
superiori possono essere razionalizzati. Gli insegnanti in più in
organico utilizzati per attività pomeridiane di recupero e per
rispondere all'accresciuto fabbisogno connesso al nuovo obbligo
scolastico. Si può razionalizzare garantendo un servizio migliore.