Eutanasia di un precario.
Alessandro Giorni,
Gilda della Toscana 12/10/2006
Si dibatte parecchio in questi periodi
sull’eutanasia, la scelta consapevole, da parte del malato o dei suoi
delegati, in accordo con il medico, di farsi interrompere trattamenti
terapeutici in regime di accanimento per consentire un trapasso che,
in condizioni di vita vegetative, porterebbe ad sicura miglio vita.
Le posizioni sono contraddittorie e controverse.
Eppure, tanta sottigliezza non viene utilizzata quando si tratta di
altri ambiti della vita pubblica.
Un esempio ne è l’articolo della futura finanziaria 2007 che riguarda
la scuola e nel dettaglio il precariato.
Salutato dai politici come un grande successo perché prevede 150.000
assunzioni a tempo indeterminato nella scuola in tre anni. Assunzioni
che dovrebbero, tanto per cominciare, essere annualmente sottoposte al
vincolo di necessità e fattibilità da parte del ministero
dell’economia. Il quale, fedele al senso più quotidiano del proprio
nome, è tendenzialmente orientato a “fare economia” di qua e di là.
A parte ciò, quel famigerato art. 66 prevede che, al termine di un
percorso di assunzioni triennale, l’attuale sistema di reclutamento,
fondato sulla legge 124/99, venga cancellato. Cancellato si, non
riformato o revisionato o aggiustato “col cacciavite”.
Il testo della futura finanziaria prevede che dal 2010 le Graduatorie
Provinciali Permanenti (GP) e le Graduatorie di Merito dei Concorsi
Ordinari (GM) vengano cancellate.
L’assunto da cui i politici apparentemente partono per questa bella
trovata, è che 150.000 assunzioni dovrebbero esaurire tutte le
graduatorie, sia GP che GM.
Dobbiamo pensare che sia questo il loro punto di partenza. Perché se
fosse altrimenti dovremmo pensare che i politici abbiano pensato di
attuare una forma di eutanasia di massa. Proprio eutanasia di massa.
E’ pur vero che un numero consistente di docenti precari potrebbe
(previo nulla osta dell’economo di turno) accedere ai ruoli dello
stato; è altrettanto vero che un altro congruo numero di docenti, che
a quella data avranno accumulato anni di esperienza e di onorato
servizio nello stato (lettera Q delle tabelle di valutazione!), si
vedrebbe gettato nella strana condizione di aver conseguito
un’abilitazione, aver lavorato per lo stato, ed essere costretto/a a
ripercorrere un incerto e indefinito percorso di selezione per
accedere al lavoro su cui ha progettato la propria vita.
Oppure, uscire dalla scuola, dal lavoro che ha sempre fatto, per
sempre.
Questa è eutanasia di stato. Eutanasia di massa. Con l’aggravante di
non essere scelta dal soggetto interessato, come in realtà accadrebbe
nell’eutanasia individuale, ma imposta da un entità-medicale, lo
stato, che applicherebbe in tal caso il giuramento d’Ippocrate in modo
molto, molto discutibile.
E’ necessario perciò prevedere, sin da ora, che le GP e le GM vengano
utilizzate fino al loro effettivo esaurimento; che le GP e le GM
abbiano una garanzia – basata sul principio di normazione della fase
transitoria – nei confronti di qualunque nuovo sistema di reclutamento
dovesse essere posto in essere.
Infine, queste norme non devono essere demandate ad un lontano decreto
ministeriale tramite un commerello di una legge casuale, ma devono
essere discusse dal ministro con le forze sindacali e con i
rappresentati del precariato, e discusse in parlamento in un quadro
organico.
Alessandro Giorni
docente
Gilda degli insegnanti