Emendamento del Governo
per non cancellare le graduatorie permanenti.

L'iniziativa del Governo è stata ufficializzata oggi dal presidente della Commissione Istruzione della Camera Pietro Folena. Soddisfazione della Gilda.

di R.P.  La Tecnica della Scuola del 25/10/2006.

 

Sarà emendato dal Governo il passaggio del primo comma dell’art. 66 della legge finanziaria relativo alle graduatorie permanenti.

Come è noto nella versione attuale a partire dall’anno scolastico 2010/2011 tali graduatorie non dovrebbero più servire per le immissioni in ruolo e cesserebbero quindi di avere qualunque efficacia.

Contestualmente la legge finanziaria prevede la revisione delle norme per il reclutamento.

Questa disposizione della manovra ha provocato fin da subito le proteste delle diverse organizzazioni sindacali e del Comitato nazionale dei Precari.

Ma nella giornata del 25 ottobre il presidente della Commissione Istruzione della Camera Pietro Folena (Rifondazione Comunista) ha dato un annuncio che rimette tutto in discussione: ''La maggioranza ha raggiunto un accordo su un emendamento alla Finanziaria che salvaguarda i diritti acquisiti di tutti coloro che fanno parte delle graduatorie permanenti della scuola''.

''L'emendamento - spiega Folena - avrà il parere favorevole del Governo e quindi passerà alla Commissione bilancio. Esso prevede che vengano mantenute le graduatorie permanenti fino ad esaurimento, continuando ad utilizzarle per le supplenze e per la copertura dei posti vacanti che si renderanno disponibili man mano".

"In tal modo - conclude il presidente della Commissione - si risolve uno dei punti più controversi della legge finanziaria che aveva suscitato forte preoccupazione nel mondo della scuola''.

Già nella giornata del 24, peraltro, intervenendo ad una manifestazione promossa dalla Gilda degli Insegnanti, la viceministro Mariangela Bastico aveva annunciato l’intenzione del Governo di modificare l'articolo 66 nella parte in cui prevede la cancellazione delle graduatorie permanenti.

Viva soddisfazione per la decisione del Governo è stata espressa non solo dalla Gilda ma anche da esponenti della maggioranza, come per esempio l’onorevole Titti De Simone di Rifondazione Comunista.