Decaduti per documenti falsi, il Tar li multa.
Tuttoscuola,
11 ottobre 2006
Le cronache di tre anni fa riportarono la
conclusione di un’indagine condotta dai Carabinieri della capitale che
aveva portato alla scoperta di numerosi casi di collaboratori
scolastici e assistenti amministrativi assunti nelle scuole romane
grazie a titoli falsi e autocertificazioni non veritiere.
"Tuttoscuola" ne aveva dato in anticipo informazione, aggiungendo che
diversi imputati avevano presentato ricorso contro la decadenza dalla
graduatoria dichiarata dall’Ufficio scolastico regionale, mentre
comunque era pendente nei loro confronti il procedimento penale.
Grazie alle indagini, era stato accertato che il certificato dei
servizi prestati faceva riferimento a istituti scolastici presso i
quali non risultava invece mai prestato il servizio e nei quali gli
imputati non avevano mai messo piede.
Nei diversi giudizi presso il Tar risulta, ad esempio, almeno per una
decina di casi, che il servizio era stato prestato presso la scuola
media di Bettola che invece era completamente all’oscuro dell’uso che
qualcuno aveva fatto di timbri e carta intestata e dove nessuno aveva
mai visto gli indagati, nonostante risultassero anni di servizio
prestati presso la scuola.
Gli imputati hanno presentato a suo tempo ricorso al Tar del Lazio
sostenendo, a torto, che non avrebbero dovuto essere cancellati dalla
graduatoria (decadenza), ma che avrebbe dovuto essere soltanto
annullata la nomina.
Qualcuno è arrivato a dire che se il servizio minimo richiesto per
entrare in graduatoria non c’era a causa delle false certificazioni,
successivamente, grazie alla nomina, questa mancanza era stata sanata,
regolarizzando la posizione e legittimando il mantenimento in
servizio.
Il Tar ha dato torto ovviamente ai ricorrenti, respingendo il ricorso
e condannandoli anche al pagamento di mille euro al Ministero della
Pubblica Istruzione.