Formazione permanente:
gli adulti chiedono corsi brevi
su informatica e lingue.

Il profilo tracciato dall’Isfol al termine di una doppia ricerca presentata il 30 ottobre a Roma durante il è emerso anche che coloro che frequentano questo tipo di corsi sono ancora in prevalenza di età compresa tra i 26 e i 40 anni, occupati, di cittadinanza italiana e in possesso di diploma di scuola superiore.

di Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola del 30/10/2006.

 

Di breve durata (in media 150 ore) finalizzati all’acquisizione di competenze informatiche (47,6% dei corsi) e linguistiche, di base o avanzate (21,6): è questo il profilo dei corsi di formazione permanente in Italia tracciato dall’Isfol, Istituto per la Formazione Professionale dei lavoratori, al termine di una doppia ricerca presentata il 30 ottobre a Roma durante il convegno “Apprendimento permanente: verso la costruzione del sistema”. Dalle ricerche, realizzate nell’ambito dell’azione di sistema del Ministero del Lavoro e Previdenza sociale, è emerso anche che coloro che frequentano questo tipo di corsi sono ancora in prevalenza di età compresa tra i 26 e i 40 anni, occupati, di cittadinanza italiana e in possesso di diploma di scuola superiore.

“Un importante elemento qualificante dell’offerta di formazione permanente attivata dalle Regioni con il contributo del Fse - commentano dall’Isfol - è rintracciabile nel forte appeal esercitato sui destinatari. Infatti, il numero di domande presentate dalle persone in possesso dei requisiti richiesti è stato, nel complesso, molto maggiore dei posti messi a disposizione”.

Dalla ricerca emerge anche che il sistema di formazione permanente italiano ha un tasso di partecipazione ad attività formative complessivamente del 6,2%, a fronte di una media europea del 10,8%. Inoltre, per quanto riguarda le fasce di età degli adulti partecipanti all’apprendimento formale il 12% è concentrato nella fascia 25-34 anni e solo lo 0,6% nella fascia di età 55-64 enne. La situazione è particolarmente grave per coloro che possiedono bassi titoli di studio se si tiene conto che, secondo i dati Eurostat 2005, soltanto l’1% della popolazione 25-64enne con un titolo di studio inferiore alla scuola secondaria superiore ha usufruito di opportunità formative. “Per coinvolgere le fasce più svantaggiate e formulare una domanda più consapevole - conclude l’Isfol - bisogna puntare su forme di sensibilizzazione, informazione e orientamento specifiche per gli adulti, affiancando ad esse una vera e propria ‘educazione’ all’apprendimento lungo tutto il corso della vita”.

Per fornire un quadro di riferimento completo, è stata realizzata parallelamente anche una ricerca comparativa sulle specifiche misure e azioni attuate in Francia, Germania, Regno Unito, Svezia per accrescere l’inclusione nei percorsi di apprendimento ed individuare elementi di possibile trasferibilità nel contesto italiano. Dalle ricerche effettuate è emerso il grande sforzo fatto dai quattro Paesi al fine di creare condizioni di maggiore equità ed efficienza nell’educazione degli adulti. I paesi presi in esame presentano infatti una progressiva accentuazione della differenziazione e complementarietà dei compiti tra i diversi livelli: nazionale, regionale, provinciale e comunale.