E la manovra finanziaria si emenda. Tagli, obbligo scolastico, assunzioni, graduatorie, edilizia. Gli emendamenti alla Finanziaria su scuola e università, depositati ieri sera in commissione cultura alla camera, sono centinaia e mirano a cambiare i punti salienti dell'articolato Italia Oggi del 17/10/2006
Tagli, obbligo scolastico, assunzioni, graduatorie, edilizia. Gli emendamenti alla Finanziaria su scuola e università, depositati ieri sera in commissione cultura alla camera, sono centinaia e mirano a cambiare i punti salienti dell'articolato. Si tratta delle proposte di modifica dei gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione. Giovedì prossimo toccherà al governo, che presenterà i suoi emendamenti direttamente in commissione bilancio. Per il momento su questo secondo fronte non sono però attese grandi novità: si dovrebbe trattare di limature tecniche che non intaccano l'impianto generale del testo messo a punto dal ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni. La sensazione è che il ministro preferisca attendere il dibattito in commissione, e verificarne gli esiti, prima di appoggiare alcune richieste di modifica. Il terreno di confronto più spinoso all'interno della maggioranza è quello dei tagli, frutto dei diversi interventi di razionalizzazione della spesa voluti dal ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa: un pessimo biglietto da visita, con tutte le polemiche che si è tirato dietro, per un governo alla ricerca di segnali positivi da lanciare al proprio elettorato. ´Si tratta di riassestare la spesa, non ci sono affatto tagli di 50 mila posti come alcuni hanno scritto', ha messo in chiaro il viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico, ´si è per esempio confuso il diverso utilizzo dei docenti in soprannumero e di quelli inidonei per motivi di salute come tagli, così come la riduzione del numero di ore di insegnamento, da 40 a 36 ore, nelle scuole professionali non significa che si taglieranno gli organici. I docenti in più saranno impiegati per le attività di recupero '.
Intanto, però, la maggioranza qualche miglioria
punta a introdurla. Un emendamento a firma di Titti De Simone
(Rifondazione comunista) per esempio elimina di fatto l'innalzamento
dello 0,4 del numero di alunni in media per classe, che salirebbe da
21,06 a 22 alunni, con un taglio di 19 mila cattedre e 7 mila posti di
assistenti e bidelli (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). Nessun
aumento, ma anzi una stabilizzazione dei posti dell'organico. Resta
invece, nella proposta di Prc, la riduzione del 10% del numero di
bocciati alle superiori (anticipato da ItaliaOggi il 4 ottobre
scorso), che si tradurrebbe in circa 4 mila posti di personale in meno
che gravano sulle casse dello stato. Altro argomento incandescente è
quello dell'obbligo scolastico, che la sinistra radicale vorrebbe
fosse rivisto escludendo ogni possibilità di concorso nella sua
attuazione da parte delle strutture di formazione professionale.
´Terremo fede all'impegno assunto in campagna elettorale di elevare a
16 anni, per poi arrivare a 18, l'obbligo di istruzione per tutti.
L'articolo 68 è un buon punto di partenza', spiega Manuela Ghizzoni,
capogruppo Ulivo in commissione cultura. Emendamenti anche sulle
graduatorie permanenti (per evitarne la soppressione dal 2010/11) e
sul rifinanziamento delle scuole paritarie (da ridurre). E poi le
assunzioni: se il governo ne autorizza 150 mila, per i prof, e 20
mila, per i bidelli, i desiderata vorrebbero che questi fossero i
numeri minimi di un piano che assuma tutti i precari. |