La Montalcini ringrazia Letta. Mussi: i privati investano
Prodi: stiamo facendo ogni sforzo, ma l´allarme non è giustificato
Bertinotti: la Montalcini da sentire con attenzione Di Pietro: no ai ricatti

Ricerca, sì all'appello dei Nobel
"Il governo troverà i fondi".

 lu. ci. la Repubblica del 12/11/2006

 

ROMA - Il governo apre alle richieste del Nobel Rita Levi Montalcini: in Finanziaria ci sarà un’integrazione delle risorse per la ricerca, come ha assicurato ieri il sottosegretario all’Economia Nicola Sartor. Il duro monito della senatrice a vita, che aveva minacciato di non votare la manovra per tagli previsti al settore, ha dunque prodotto il suo effetto, dopo l’accorato appello della scienziata, sostenuto dal grido d’allarme dei presidenti degli enti di ricerca che hanno denunciato una situazione ormai «drammatica».

L’apertura dell’esecutivo rappresenta quindi una boccata d’ossigeno per gli enti in forti difficoltà, per i quali la Levi Montalcini non ha esitato a battersi con estrema decisione: «Confermo la mia forte stima e fiducia per il nostro governo - ha detto la senatrice ringraziando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta - ma guai a tagliare i fondi per la ricerca: vorrebbe dire affondare il Paese».

Parole accolte con favore da molti esponenti del mondo politico, compreso lo stesso ministro dell’Università e Ricerca Fabio Mussi. Mussi, contrario agli «insostenibili» tagli a università e ricerca, al punto da minacciare nelle settimane scorse le dimissioni in assenza di segnali positivi, ha detto che «il Nobel ha ragione: la Montalcini non si occupa solo del cervello, ha il cervello». Entrando nel merito della querelle Mussi ha poi indicato i punti cruciali sui quali occorrerà intervenire: «Penso - ha spiegato - che due cose devono essere corrette: il taglio del 20% dei consumi intermedi degli enti di ricerca e il taglio previsto per tutti i ministeri che ricade sugli enti pubblici di ricerca per 207 milioni».
Ma la sortita della senatrice a vita è stata criticata dal premier Romano Prodi, che l’ha bollata come «intempestiva». «Le dichiarazioni del premio Nobel», ha precisato il presidente del Consiglio, «mi sembrano un giusto ammonimento, anche se intempestive. Perché - ha aggiunto Prodi - si sta lavorando, scavando ogni piccola fonte per poter avere soldi per la ricerca. Quindi non ritengo giustificato un grido di allarme definitivo».

Il sottosegretario Sartor ha comunque chiarito che «le risorse per i progetti di ricerca non sono mai state messe in discussione. In ogni caso stiamo studiando la possibilità di introdurre un’integrazione». Rassicurazioni in questa direzione sono arrivate dal capogruppo dell’Ulivo, Dario Franceschini: «Il governo sta cercando di risolvere il problema, sta valutando come reperire nuove risorse per la ricerca».

Solidarietà è giunta anche dai ministri Bindi e Ferrero, dal segretario del Pdci Oliviero Diliberto e vari esponenti dell’opposizione. Di tono diverso, invece, il commento del ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro, critico con il j’accuse della Levi Montalcini: «Interverremo come governo sui fondi per la ricerca - ha spiegato il ministro - ma prego il premio Nobel di non porlo come ricatto. Il governo può operare nei limiti dei fondi a sua disposizione. Non ci sono soldi sprecati da qualche altra parte, ci sono soldi - ha concluso Di Pietro - che mancano perché nel precedente governo i conti non tornavano».