Graduatorie: ci sarà il riordino ma senza scossoni. Italia Oggi del 21/11/2006
La riforma dell'accesso alla professione docente sarà fatta. E sarà fatta in modo che già dal 2010/11 siano formati e reclutati i nuovi insegnanti. ´È l'unico modo per evitare che in futuro si formi altro precariato', dice Mariangela Bastico, viceministro alla pubblica istruzione.
Domanda. E i vecchi precari, quelli che ancora saranno nelle graduatorie permanenti, che fine faranno?
Risposta.
C'è una preoccupazione che umanamente capisco ma che proveremo, dati
alla mano, essere infondata. D. Dati alla mano, ossia leggendo la Finanziaria, non pare.
R. Le
graduatorie vanno ripulite e aggiornate, eliminando doppioni. Fatta
questa operazione, si vedrà che probabilmente con le 150 mila
immissioni in ruolo autorizzate copriremo quasi tutti i posti vuoti in
organico. Ci sarà poi da gestire l'ordinaria amministrazione, cioè
coprire i posti lasciati vuoti dai pensionamenti. D. E se 150 mila assunzioni non dovessero bastare?
R. Se ad
allora ci saranno ancora iscritti nelle graduatorie questi saranno
riassorbiti. D. Questo, a oggi, nella Finanziaria non c'è scritto.
R. La norma
può essere migliorata, e lo faremo, al senato. Preciseremo che nel
passaggio dal vecchio al nuovo reclutamento i precari già abilitati
non andranno per strada. Per loro non ci saranno scossoni: ci sarà un
meccanismo di riassorbimento nelle nuove liste. La riforma però va
fatta. Va fatta, oltre che per dare certezza ai futuri docenti e
stabilità agli studenti, anche per i precari di oggi. D. Una riforma era già stata fatta, ed è quella Moratti.
R. Una riforma
che non andava. D. Su quali linee guida vi muoverete?
R. Stiamo
per il momento lavorando a un tavolo tecnico con l'università per
presentare una proposta che discuteremo con tutti. Siamo intenzionati
comunque a ridurre l'attuale percorso per accedere alla professione
dai sette anni ai cinque anni. Si può lavorare su un tre anni di
formazione universitaria di base e due anni di laurea magistrale
specialistica per chi farà insegnamento. D. Con valore abilitante o servirà sempre un concorso pubblico?
R. Questo è
ancora da verificare. Ma quello che è certo è che comunque chi
deciderà di insegnare lo farà avendo un numero di posti limitato,
calibrato sulle effettive esigenze. Oggi, i tassi di pensionamento e
di natività ci consentono di fare delle stime molto attendibili sul
fabbisogno. D. C'è chi spinge perché i contratti di assunzione siano fatti, e decisi, direttamente dalle scuole, in nome della loro autonomia e della maggiore efficienza.
R. Non credo
che sia una strada percorribile. D. Che tempi vi siete dati per presentare le nuova riforma? Le università dovranno organizzarsi.
R. Entro
fine anno dovremo avere pronta la proposta da sottoporre al confronto
con le parti interessate |