Per la prima volta il ministero fornisce le
cifre sui cosiddetti 'insuccessi'
L'indagine campionaria sull'anno 2005-2006 per capire cosa succede in
Italia
La scuola dei dispersi e dei bocciati
l'istruzione perde 130mila studenti.
Salvo Intravaia, la Repubblica del
22/11/2006
Oltre 100 mila alunni abbandonano i
banchi ad anno scolastico iniziato e 300 mila ragazzi rimediano una
sonora bocciatura a giugno. Sono questi, in sintesi, i numeri della
cosiddetta dispersione scolastica in Italia. Il ministero della
Pubblica istruzione per la prima volta ha reso noto un quadro
abbastanza completo sull'insuccesso scolastico. Lo ha fatto attraverso
un'indagine campionaria sugli esiti dell'anno appena concluso (il
2005/2006) che ha il merito di fornire, oltre ai già noti tassi di
bocciatura, anche le percentuali dei ritirati, il nocciolo duro della
cosiddetta 'dispersione scolastica'.
"Per approfondire il tema della dispersione scolastica e descriverne
le dinamiche evolutive il ministero della Pubblica istruzione ha
condotto un'indagine campionaria sugli esiti degli scrutini nelle
scuole secondarie di primo e secondo grado statali e non statali
paritarie su tutto il territorio nazionale". Lo studio illustra la
dispersione attraverso semplici percentuali che tradotte in numeri
danno un'idea abbastanza precisa del fenomeno su cui il ministro della
Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, si è soffermato più volte in
questi primi sei mesi di legislatura.
La dispersione.
Oggi, gli esperti preferiscono parlare di insuccesso scolastico. Si
tratta di un fenomeno dagli elevati costi economici e sociali come ha
avuto modo di dire recentemente il Commissario europeo per
l'istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, Jan Figel:
"Se dimentichiamo la dimensione sociale dell'istruzione e della
formazione, rischiamo di incorrere in seguito in notevoli spese
riparative". Rientrano nella contabilità dei 'dispersi' i bocciati,
coloro che abbandonano le aule scolastiche a metà anno e i cosiddetti
evasori, coloro che pur essendo in età scolare (in alcuni casi
addirittura in 'obbligo scolastico') non si sono mai iscritti a scuola
o non hanno frequentato neppure un giorno di lezione.
Nella statistica ministeriale è l'unica voce che manca all'appello.
Nel computo dell'insuccesso scolastico, al superiore, rientrano anche
gli ex rimandati, ora promossi con debito.
I dati.
Secondo l'indagine effettuata su un campione di 2.305 scuole italiane
(1.279 scuole medie e 1.026 superiori), nell'anno scolastico
2005/2006, 7 ragazzini della media su mille hanno preferito
abbandonare gli studi a metà anno e il 3 per cento non è riuscito ad
ottenere la promozione. Ma la lettura del successo scolastico, alla
media, passa anche attraverso l'esito dell'esame finale. Il 63 per
cento è stato promosso con votazioni medio-basse e addirittura uno su
tre (il 37 per cento) col minimo: 'sufficiente'. La situazione
peggiora al superiore dove i 'non ammessi' (i bocciati) schizzano
all'11,6 per cento e i ritirati al 4,2.
Enorme anche il numero di studenti che se ci fossero ancora gli esami
di riparazione a settembre dovrebbe ancora conquistarsi la promozione
all'anno successivo. Il 42,1 per cento dei ragazzi dei primo quattro
anni è promossa con debito. Si tratta di percentuali che tradotte in
numeri portano a oltre 100 mila ritirati (12 mila alla media e 90 mila
al superiore) e 300 mila bocciati: 51 mila alla media e 250 mila al
superiore. Quasi un milione i ragazzi del superiore 'promossi con
debito'. Ma quali sono gli scogli più difficili da superare? Alla
scuola media è il secondo anno il più ostico da affrontare e al
superiore il primo. In Italia, sono le regioni del Sud, con in testa
le Isole, a fare registrare i livelli più alti di dispersione.
I dati confermano anche la maggiore bravura delle ragazze nei
confronti dei compagni di sesso maschile. Ma anche la dimensione della
scuola ha la sua importanza: alla media, il numero di bocciati e
ritirati aumentano al crescere del numero di alunni che frequentano la
scuola. Al superiore sono i ragazzi dei licei i più bravi, con meno
bocciati e 'pochì promossi con debito. Dall'indagine condotta da viale
Trastevere fanno un figurone gli istituti privati. Mediamente per le
medie e superiori paritarie si registrano tassi di bocciatura e di
abbandono pari alla metà dei corrispondenti valori delle scuole
statali. Prof più bravi e più accondiscendenti?
I costi.
Se un ragazzo si ritira al terzo anno del superiore brucia oltre 15
mila euro. Costo che per ogni bocciatura cala a circa 5.100 euro. A
conti fatti la dispersione scolastica costa al sistema Paese qualcosa
come 3,5 miliardi di euro l'anno. Una cifra che, da sola, sfiora il 10
per cento dell'intero bilancio del ministero della Pubblica
istruzione.