Revival Berlinguer, e la Aprea si arrabbia.

da Tuttoscuola, 27 novembre 2006

 

Continua il confronto a più voci sul biennio promosso dal quindicinale scuola del "Sole-24 ore", che nell’ultimo numero pubblica un sorprendente intervento di Giovanni Cominelli, già stretto collaboratore dell’ex sottosegretario Aprea e attualmente responsabile delle Politiche Educative della Compagnia delle Opere.

Dopo un complesso percorso argomentativo, che partendo dalla "ratio studiorum" dei Gesuiti approda alle competenze chiave europee e alle innovazioni in corso in Francia e in Gran Bretagna, Cominelli rilancia... il modello 7+5, cardine della legge n. 30/2000 (riforma Berlinguer), e secondo molti osservatori causa non secondaria del declino politico del suo autore e fors’anche dell’insuccesso elettorale del centro-sinistra nelle elezioni del 2001.

Immediata e adirata la reazione dell’on. Aprea, che rimprovera al suo ex collaboratore di aver tradito "i principi ispiratori della legge 53 di differenziare e personalizzare i percorsi del secondo ciclo" per offrire una sponda (a nome della Compagnia delle Opere?) al biennio tutto scolastico voluto dall’Unione.

Per la verità l’on. Aprea, forse sull’onda del risentimento per l’inattesa sortita dell’ex Cominelli, finisce per mettere l’accento quasi solo sul ripescaggio dello schema 7+5. E non prende in considerazione altri aspetti certamente non neoberlingueriani della proposta come quelli riguardanti i curricoli, che avrebbero solo il 50% di "core curriculum" unico nel biennio e il 25% nel triennio, con largo spazio per gli indirizzi, compresi quelli ad orientamento tecnico-professionale.

Verrebbe meno, in tal modo, la necessità di creare due distinti canali formativi, anche perché tutta l’offerta sarebbe governata dalle Regioni e gestita da "Poli formativi, trasformati in fondazioni autonome". Una soluzione, comunque, lontana da quella bipolare contemplata dalla legge n. 53, che la Aprea si sforza di difendere dal cacciavite del ministro Fioroni.