Siena, il rettore dà la parola a un docente a
mille euro al mese. Mussi in platea.
Un precario inaugura l'anno accademico.
Il Corriere della Sera del
12/11/2006
Non si era mai vista un'apertura di anno
accademico così atipica (né mai parola è stata più appropriata, in
tema di lavori precari). La scena è quella dell'aula magna
dell'università di Siena, affollata da rettore e ministro, chiarissimi
professori e oscurissimi precari, contestatori di destra e di
sinistra. La novità — assoluta in un contesto solitamente ingessato —
è una contro-prolusione declamata da un precario. Che, senza giri di
parole, a sorpresa gela la platea: «Oggi non c'è niente da
festeggiare: si inaugura soltanto un altro anno di precariato».
Eppure, nonostante il relatore se la prenda con le «università dei
baroni e della ricerca dimenticata» e si arrabbi con il ministro Mussi
che non blocca la «catastrofica riforma Moratti», alla fine si prende
pure un caloroso applauso.
Massimo Tarantini, 35 anni da Bari, laurea a Pisa, dottorato di
ricerca a Siena, docente a mille euro al mese di Archeologia, sorride,
ringrazia e distribuisce la copia dell'intervento dattiloscritto e
fotocopiato proprio come la prolusione, quella vera e ufficiale, del
professor Maurizio Degl'Innocenti dedicata alla nascita della
Repubblica.
Che avrebbe parlato all'inaugurazione dell'anno accademico
contravvenendo al rigidissimo cerimoniale, Tarantini lo aveva saputo
solo due giorni prima con una telefonata dalla segreteria del rettore
Silvano Focardi.
«A dir la verità non me lo aspettavo proprio — ammette ora —. Dopo una
manifestazione alcuni giorni fa sotto il rettorato, avevamo chiesto di
poter intervenire come coordinamento dei precari ottenendo pure un
tavolo di trattativa con l'università che si aprirà il 12 novembre.
Però non avrei mai immaginato tanto spazio, né di parlare con il
ministro».
Fabio Mussi ieri mattina a Siena con i precari ci ha parlato più di
una volta. Lo ha fatto durante il suo intervento, replicando alle
contestazioni sui tagli alla ricerca e pure sulla missione in Libano
(che ha difeso a spada tratta), conversando con Tarantini a fine
discorso e ascoltando le accuse al governo di voler «distruggere
l'università».
Il ministro ha ammesso che la Finanziaria va riscritta nei capitoli
che riguardano i tagli a università e ricerca, si è impegnato a
continuare la battaglia fino in fondo, ha dato pubblicamente ragione a
Rita Levi Montalcini (che ha minacciato di non votare il bilancio
dello Stato), ma ha anche difeso l'impianto della manovra. «Contiene
parti importanti — ha detto — come il piano straordinario per i
ricercatori universitari, l'incremento del fondo unico per la ricerca,
l'agenzia di valutazione che consentirà di premiare i miglioramenti
nel sistema universitario» e magari di far lavorare anche i docenti
meno presenti.
I precari hanno chiesto uno sforzo maggiore, più visibilità e
considerazione e una sorta di anagrafe sul modello dell'iniziativa
intrapresa dal rettore di Pisa, Marco Pasquali. «A Siena i precari
hanno avuto ascolto e visibilità — dice il rettore Focardi — e ci
muoveremo ancor più in questa direzione. Il precariato è un problema
da risolvere. L'impegno c'è, l'importante è che vi sia pure la volontà
politica del governo come Mussi ha promesso».