Il ministro dell'Istruzione Fioroni ha promesso:
nel giro di 3 anni tanti dovrebbero avere il posto a tempo
indeterminato Sarà proprio così, ma bisogna vederci chiaro
Precari addio, presto in 150mila in cattedra.
Ma già sorge il problema delle decine di
migliaia di docenti non abilitati
di Franz Foti, Il Corriere della Sera del
17/11/2006
MILANO - A sentire il ministro dell’istruzione
Fioroni la cosa è fatta. Lo ha giurato davanti alla settima
commissione parlamentare della Camera un mese fa. I numeri sono quelli
che ha fornito: 150.000 docenti e 20.000 non docenti. Sono precari che
nel breve volgere di tre anni saranno di ruolo a tutti gli effetti.
Finalmente in cattedra con i lustrini di prof a tempo indeterminato.
PENSIONAMENTI
Sarà proprio così, ma bisogna vederci chiaro. Si calcola che in questi
prossimi anni decine e decine di migliaia di docenti lasceranno la
professione per pensionamento. Ci sono però 20.000 docenti attualmente
distaccati a vario titolo che potrebbero rientrare. Sono docenti
distaccati per mandato amministrativo, politico, professionale in
Centri e Istituti di cui ormai si è perso il conto. Poi bisogna
sistemare 10.000 docenti inidonei all’insegnamento che difficilmente
lasceranno il lavoro. Il ministro pensa di collocarli in altre
amministrazioni. «Non è facile, afferma Sergio Scala, vice capo di
gabinetto del ministro. Ci abbiamo provato tante volte con risultati
molto scarsi. I docenti hanno una qualifica alta e non sono ben
accolti nelle amministrazioni di destinazione perché ostacolerebbero
le ambizioni di carriera dei propri dipendenti».
DOCENTI PRECARI NON ABILITATI
Ma una volta sistemati i precari delle graduatorie permanenti, se
tutto andrà per il verso giusto, ci sono già migliaia di docenti
precari non abilitati cui si propone, dopo anni di docenza, di
mettersi in fila per un ennesimo concorso per esami e titoli. Si
ritorna al passato. E non si era affermato, che bisognava superare il
vecchio sistema di reclutamento? I corsi abilitanti universitari
biennali che in alcuni atenei hanno preparato una buona generazione di
docenti già laureati che fine faranno? Il concorso pubblico è capace
di documentare la giusta vocazione di un aspirante docente a
esercitare la sua professione? La capacità d’insegnare passa solo
attraverso il superamento di un concorso? Forse sarebbe meglio
introdurre la laurea abilitante come avviene per gli insegnanti delle
scuole dell’infanzia e della primaria in tutti gli ordini
d’insegnamento. In questo modo si lascerebbe aperta la strada
dell’abilitazione post laurea solo a coloro che scoprono la vocazione
dopo aver completato il loro corso di studi. Insomma sarebbe ora di
porre fine a questa anomalia italiana di precari intelletuali di alto
profilo e responsabilità sociale.