Il Punto.

Precariato, non si gioca sulla pelle delle persone.

di Giuseppe Fioroni, dal MPI, 15/11/2006.

 

Cari lettori, fin dall’inizio del mio lavoro, cinque mesi fa, ho chiarito che non avrei legato il mio nome all’ennesima riforma “epocale” della scuola. Avevo due priorità assolute: precariato ed edilizia scolastica. Queste due stesse parole d’ordine ho avuto come guida anche nella preparazione della Finanziaria, un manovra che deve risanare una situazione disastrosa ma che deve dare finalmente soluzione a problemi drammatici non più rinviabili. E che non taglia.

In questi giorni abbiamo assistito ad una gara a chi la sparava più grossa sulla scuola e sui tagli. La Finanziaria intende invece agire sull’equità e sull’eliminazione della piaga del precariato. Siamo chiamati a risanare conti pubblici lasciati in dissesto e la scuola farà la sua parte, senza tirarsi indietro. Ma lo faremo colpendo gli sprechi, eliminando inefficienze, doppioni e qualche furbizia di troppo.

È prevista infatti l’assunzione di 150.000 docenti e 20.000 tra tecnici e amministrativi, che dopo anni di attese, promesse e sacrifici, otterranno la certezza di un’occupazione stabile. La scuola ha solo bisogno di più certezze e tranquillità per operare al meglio. E questo è il mio obiettivo.

Con la regolarizzazione non solo rimedieremo a un’ingiustizia nei confronti del lavoro intellettuale, ma avremo anche un risparmio per l’amministrazione, dato che i precari già oggi sono retribuiti ed è grazie a loro che la scuola va avanti.

Ma il nostro sforzo sarebbe inutile se non bloccassimo il meccanismo che, come una moderna condanna di Sisifo, continua a generare precariato. Ciò sarà possibile con il progressivo superamento delle graduatorie permanenti, e con l’avvio di una nuova fase per il reclutamento dei docenti.