Una 'nota aggiuntiva' per rilanciare la scuola.
da
Tuttoscuola, 15 novembre 2006
La Finanziaria farà il suo corso, ma
"forse non sarebbe male che, su impulso di Prodi, i ministri
competenti si accordassero per redigere una ‘nota aggiuntiva’ che
impostasse un ormai indispensabile percorso di lungo periodo per lo
sviluppo formativo".
L’appello è contenuto nel commento che Giuseppe De Rita ha dedicato,
sul "Corriere della Sera", alla "lectio magistralis" tenuta dal
governatore della Banca d’Italia Mario Draghi per i cento anni della
Facoltà di Economia di Roma. Una lezione autorevole, severa e
controcorrente, con il suo invito alla classe politica, prima ancora
che al governo pro tempore, ad "immettere nel sistema massicce dosi di
competizione e concorrenza fra sedi e processi di formazione", ad
accrescere l’autonomia anche "strategica" e la responsabilità di tali
sedi, e a costruire un autentico sistema di valutazione
dell’efficienza e dell’efficacia di questa più ricca e articolata
offerta formativa.
De Rita suggerisce che queste tre "opzioni" strategiche – alle quali
va aggiunto, come accennato anche da Draghi, il rafforzamento delle
"abilità generali" anche nei percorsi tecnici e professionali – siano
inserite in una "nota aggiuntiva" alla Finanziaria. Ma perché una
"nota aggiuntiva" e non un "collegato alla Finanziaria", cioè uno
strumento normativo, una legge? E’ probabile che usando questa
espressione De Rita abbia voluto evocare un’altra famosa "nota
aggiuntiva", quella proposta da Ugo La Malfa negli anni sessanta in
qualità di ministro del Bilancio nel primo governo di centrosinistra,
presieduto da Amintore Fanfani. Un documento di carattere
programmatorio, molto coraggioso e innovativo, ma che suscitò forti
opposizioni da parte dei sindacati e della Confindustria...