Cgil, Cisl e Uil annunciano una catena di
iniziative fino a Natale,
con una manifestazione nazionale il 17 dicembre.
E dieci giorni prima l'astensione di Gilda e Snals
La scuola contro la manovra sciopero,
sit-in, lezioni bloccate.
Salvo Intravaia, la Repubblica del
24/11/2006
La scuola si mobilita contro la
Finanziaria. Dopo quello della Ricerca e dell'Università è la volta di
insegnanti, dirigenti scolastici e personale non docente a scendere in
piazza. Lo hanno deciso Flc Cgil, Cisl e Uil scuola. 'Prima di tutto
la scuola pubblica' è lo slogan coniato per l'occasione. Il calendario
delle iniziative, che culmineranno con la manifestazione nazionale del
17 dicembre, a Roma è fittissimo. Ma, nella protesta contro la manovra
del governo Prodi, i sindacati confederali saranno preceduti da Gilda
degli insegnanti e Snals-Consfal che hanno già proclamato lo sciopero
dell'intera categoria per il 7 dicembre. La Gilda è alla 'ricerca di
un senatore a vita per la scuola'. Il riferimento è alla presa di
posizione della senatrice Rita Levi Montalcini che a sostegno del
mondo della Ricerca ha minacciato di non votare la Finanziaria.
Cgil, Cisl e Uil hanno optato invece per un pacchetto di iniziative
che hanno l'obiettivo di 'accompagnare', in attesa di qualche
cambiamento, l'iter al Senato della manovra finanziaria. Mercoledì 6
dicembre saranno indette assemblee in tutte le scuole italiane. Il
giorno dopo, lunedì 7 dicembre, sarà la volta di una serie di sit-in
davanti agli Uffici scolastici provinciali (gli ex provveditorati) e
alle Direzioni scolastiche regionali. Lunedì 11 dicembre si asterranno
dalle lezioni (per un'ora) gli insegnanti della scuola materna,
elementare e media. La giornata di mobilitazione culminerà con un
sit-in davanti alla sede del ministero della Pubblica istruzione degli
insegnanti precari. Il giorno successivo, a manifestare sempre in
viale Trastevere, sarà il personale Ata: amministrativo, tecnico e
ausiliario. E il 13 dicembre, mentre i presidi incaricati
manifesteranno di fronte al Palazzo della Minerva, sciopereranno (per
un'ora) i prof della scuola superiore. E domenica 17 dicembre il lungo
'percorso di mobilitazione' si concluderà con la manifestazione
nazionale di tutto il personale della scuola.
I motivi del malessere.
Ma perché scioperare se
l'esecutivo ha praticamente reso disponibili le risorse per il rinnovo
del contratto di lavoro? Perché i tanti impegni assunti dal governo
per correggere una manovra considerata deleteria per l'intero mondo
della scuola non hanno trovato concreta applicazione nel
maxiemendamento votato qualche giorno fa con la fiducia alla Camera -
dicono i sindacati. Una delle prime questione a fare andare su tutte
le furie è la cosiddetta clausola di salvaguardia: quella 'noticina'
che vincola le 170 mila assunzioni promesse dal governo alla
realizzazione dei risparmi di spesa da ottenere con i tagli. Sono
scontenti gli Ata per i quali, in luogo delle 20 mila assunzioni
previste dal governo, ne erano state chieste 40 mila. E tremano i
supplenti solo al pensiero che le graduatorie provinciali permanenti
(dalle quali viene reclutato il 50 per cento degli immessi in ruolo),
dal 2010/2011, possano essere cancellate. Evidentemente al sindacato
non bastano le rassicurazione del viceministro, Mariangela Bastico,
che si è impegnata quando saranno modificate le procedure per il
reclutamento degli insegnanti a garantire i diritti di coloro che
hanno maturato diritti perché inseriti nelle Permanenti.
A non andare giù ai rappresentanti di categoria è l'intero impianto
della manovra economica per il 2007. Uno dei punti cruciali è il
taglio di circa 26 mila posti che si determinerebbe per effetto
dell'aumento (pari a 0,4) del rapporto alunni classi. E per finire,
brontolano anche i cosiddetti presidi incaricati che per l'imminente
concorso a loro riservato chiedono almeno le stesse regole della
procedura concorsuale ordinaria ormai quasi conclusa.
Le dichiarazioni.
"Il Governo - spiega Francesco Scrima, della Cisl scuola - se si
eccettua per l'esigibilità delle risorse per il rinnovo del primo
biennio economico dei contratti pubblici, compresa la scuola, non ha
dato alcuna delle attese risposte al pacchetto di richieste emendative
poste alla base della vertenza-scuola dai sindacati confederali".
Relativamente al maxiemendamento alla Finanziaria votato dalla Camera,
il segretario generale della Flc Cgil, Enrico Panini, esprime
'insoddisfazione su troppi punti'. "il maxiemendamento - dichiara
Panini - non dà risposte alle richieste dei sindacati neanche quando
queste hanno avuto la condivisione dei ministri di riferimento e di
tutte le parti dell'Unione, un fatto che consideriamo inaccettabile".
Duro il leader della Uil scuola. "Per la prima volta nelle ultime due
legislature - mette in evidenza Massimo Di Menna - non si prevede che
i risparmi di sistema restino all'istruzione. Qui non si tratta di
'razionalizzare: hanno definito soltanto i tagli alla spesa in un
settore che invece richiede di essere sostenuto".
E per il coordinatore nazionale
della
Gilda degli Insegnanti,
Rino Di Meglio,
'non è possibile restare
ancora inerti nei confronti degli esiti parlamentari relativi alla
finanziaria che vedono una dura realtà di pesanti tagli sulla scuola a
fronte di investimenti del tutto insufficienti'.