Meno di un piatto di lenticchie.
di Gianfranco Pignatelli da
Fuoriregistro del
20/11/2006
Tanto valgono i 296.496 precari della scuola. Se
li sono raggirati e poi svenduti di comune accordo: governo, partiti
di centro-sinistra e sindacati. Questo è l'amaro bilancio che emerge
dal voltafaccia del governo Prodi quando, dal maxiemendamento con il
quale ha chiesto la fiducia per l'approvazione della legge di
finanziaria 2007, ha escluso l'emendamento all'art. 66 n.66.28,
nonostante fosse stato approvato da tutto l'Unione.
Ciò decreta la cancellazione, dal 2010, delle graduatorie permanenti e
di merito che regolamentano l'accesso ai ruoli dell'insegnamento e
l'attribuzione degli incarichi per le supplenze temporanee. Con questo
atto si espropriano gli insegnanti precari dei diritti acquisiti e
maturati a seguito dei concorsi e del servizio ultra decennale. Questa
rapina delle loro aspettative professionali ed umane è una
mascalzonata politica senza precedenti. Ancor più insopportabile alla
luce degli impegni assunti dai singoli politici e dai partiti
dell'attuale maggioranza nel corso degli anni precedenti, ribaditi in
campagna elettorale e trascritti nel programma con il quale il
centro-sinistra ha vinto di strettissima misura le elezioni. Alla
stato dei fatti, il millantato impegno verso i precari s'è rivelato un
raggiro. Una vera e propria frode finalizzata solo ad estorcere voti
per poi perpetrare la solita ignobile politica di sempre, fatta di
annunci falsi ed ingannevoli, come quello del superamento del
precariato mediante il piano triennale per l'assunzione di 150.000
docenti precari. Piano sprovvisto di copertura finanziaria e del tutto
inadeguato sia a coprire i posti disponibili sia ad occupare i precari
in graduatoria permanente, pari, rispettivamente, a due e quattro
volte il contingente programmato.
E che dire del mercimonio che sta dietro questa sporca manovra. Da un
lato i servi sciocchi della CEI e dall'altra le marionette del
sindacalismo settario e corporativo. Trenta denari alla scuola privata
in cambio di una manciata in più per il rinnovo del contratto. Una
mano lava l'altra e tutte e due affossano i precari. Ancora una volta
truffati e poi svenduti dai ladri di diritti e di futuro.
Non bastano due dichiarazioni ipocrite o una passerella durante un
corteo per dimostrare dignità, senso dello stato e decenza politica.
Occorrono quegli atti concreti e lo spessore morale che non si compra
e non si vende ma, quando si possiede, si impiega. Senza se e senza
ma.