È il secondo sciopero dall'insediamento del governo Prodi

Finanziaria, pure gli insegnanti e gli Ata
incrociano le braccia.

È il secondo sciopero dall'insediamento del governo Prodi.
I primi a decidersi sono stati l'università e la ricerca,
che hanno incrociato le braccia il 17 novembre scorso,
per protestare contro i tagli in Finanziaria.

 Italia Oggi del 28/11/2006

 

Ora pure la scuola, settore che da solo conta oltre un milione di lavoratori e rappresenta il comparto più nutrito del pubblico impiego, ha detto la parola fatidica: sciopero. Dopo gli autonomi, ossia Snals e Gilda che sciopereranno l'intera giornata il prossimo 7 dicembre, Cgil, Cisl e Uil hanno sciolto la riserva e proclamato un'azione di protesta, che durerà un intero mese, con due giornate di sciopero, ossia l'11 e il 13 dicembre per la prima o ultima ora delle lezioni, quattro manifestazioni e due sit-in davanti alla sede romana del ministero guidato da Beppe Fioroni. Nel mirino dei sindacati c'è sempre la manovra finanziaria e le norme che tagliano i finanziamenti per il settore. Nella protesta, i sindacati possono contare sull'appoggio di una parte della sinistra. ´Non voteremo la Finanziaria se non sarà tolta la norma che cancella le graduatorie permanenti', ha detto il segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano.

E la garanzia per i docenti precari è tra le rivendicazioni dei sindacati. Non paghi di un piano pluriennale di assunzioni, che prevede 170 mila immissioni in ruolo tra insegnanti, segretari e bidelli, Cgil, Cisl e Uil scuola chiedono infatti la conferma delle graduatorie permanenti in cui sono iscritti i docenti precari storici, che la Finanziaria manda in soffitta dal 2010/11 in concomitanza con l'entrata in vigore dei nuovi meccanismi di reclutamento.


Un tema molto sentito dal popolo dei precari della scuola
.

La richiesta è in buona compagnia di molto altro. Per esempio, la revisione della norma che riduce il numero di classi, rea di provocare ´ tagli a cascata sugli organici di insegnanti e amministrativi', spiega Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola; l'innalzamento delle assunzioni per bidelli e amministrativi (´20 mila sono del tutto inadeguati rispetto ai vuoti in organico', dice sempre Di Menna). I confederali chiedono anche la cancellazione delle norme che impongono al dicastero l'obbligo dei risparmi previsti (criticate anche dalla commissione istruzione del senato nel parere sulla Finanziaria), pena il taglio dei relativi finanziamenti, e danno risorse agli istituti privati.

´Va ribadita la centralità della scuola pubblica in ogni intervento e ogni finanziamento, è una priorità', spiega Enrico Panini, segretario della Cgil scuola e università. E poi c'è il rinnovo del contratto, scaduto lo scorso dicembre. ´Il tavolo contrattuale va aperto subito e le risorse frutto dei risparmi vanno riutilizzate per il personale dipendente, non devono andare a fiscalità generale', aggiunge Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. Iniziative di mobilitazione che hanno suscitato la reazione di Piero Bernocchi, leader dei Cobas della scuola, che pur condividendo le ragioni della protesta accusa i sindacati confederali di essersi mossi in ritardo: ´Quando darete vita alle vostre iniziative, la Finanziaria sarà stata decisa da un pezzo, e voi sfilerete a babbo morto'.