Le due finanziarie sulla scuola
si confrontano in Parlamento.

da Tuttoscuola, 2 novembre 2006

 

Saranno probabilmente decisivi i prossimi giorni per capire cosa intende fare la legge finanziaria della scuola italiana.
Per il momento, in base al testo del ddl approvato a suo tempo dal Consiglio dei Ministri e secondo le relazioni tecniche che l’accompagnano, la scuola dovrebbe dare posti e risorse alla cassa comune, in cambio di talune riforme per le quali, stando alle stesse relazioni, non si evidenziano tuttavia stanziamenti a sostegno e che dovrebbero, pertanto, essere a costo zero.

Alla lettura dei crudi dati della relazione tecnica che prevede riduzione di organico per decine di migliaia di posti, prospettando indirettamente il dimezzamento dei posti disponibili per le immissioni in ruolo, ha fatto riscontro la reazione del ministro e del viceministro della Pubblica Istruzione che hanno richiesto modifiche sostanziali del ddl per la finanziaria, a cominciare dalla eliminazione del vincolo che prevede la tassativa attuazione dei tagli di organico.

Anche la Commissione Istruzione della Camera si è posta sulla stessa linea, proponendo che buona parte delle risorse sottratte alla scuola per i tagli (se saranno sottratte) vengano reinvestite nel sistema di istruzione sotto forma di organico funzionale, di interventi contro la dispersione, di sostegno dell’obbligo scolastico.

La linea del rigore e del risparmio per sanare il debito e reinvestire nello sviluppo dell’economia, voluta e difesa dal presidente del Consiglio e dal ministro Padoa Schioppa, non si concilia con la linea di attenuazione del rigore verso la scuola e reinvestimento dei risparmi a favore del sistema di istruzione. Le due logiche sono antitetiche e rischiano lo scontro, a cominciare da quella clausola di salvaguardia voluta dal ministro dell’Economia che il ministro della Pubblica Istruzione vuole vedere cancellata per agire più liberamente sul sistema.