Un sito ad hoc per consigli e segnalazioni.
Intanto si mobilitano anche le questure
con opuscoli e brochure. Ecco il vademecum: i dieci consigli utili per
difendersi
Bullismo, in campo il governo
"Un decalogo contro i soprusi".
Salvo Intravaia, la Repubblica del
29/11/2006
Ecco il decalogo del governo contro il
bullismo. I consigli su come difendersi da aggressioni fisiche,
umiliazioni e soprusi a scuola e su come genitori e insegnanti devono
affrontare il problema arrivano direttamente dal sito dell'Esecutivo,
(www.
governo. it). "Contro il bullismo, che fare?" è il link al
quale è possibile collegarsi per avere alcuni utili consigli sul
problema che, per effetto degli ultimi episodi di cronaca, rischia di
incrinare la credibilità dell'intera scuola italiana. Un dossier che
cercherà di aiutare gli alunni che si trovano in difficoltà e non
sanno come comportarsi.
"Il cosiddetto fenomeno del bullismo è sempre più diffuso nel nostro
Paese, come in altre nazioni, e può creare gravi disagi in chi lo
subisce. Non si tratta solo di atteggiamenti provocatori o di
derisione ma anche di vere e proprie aggressioni, intenzionali e
ripetute nel tempo, che coinvolgono soprattutto i giovani tra i 7 e i
18 anni", spiegano le forze dell'ordine.
Gli indizi.
Quali comportamenti si configurano come bullismo? "Ci sono una serie
di comportamenti - spiegano da palazzo Chigi - che se ripetuti
frequentemente possono essere identificati con il termine di bullismo
soprattutto se chi li subisce non riesce a difendersi". Per esempio,
ricevere insulti e minacce, sgraditi soprannomi, sms, e-mail, e
telefonate offensive è già un primo segnale negativo. Ma anche essere
indotti a "fare cose che non si vogliono fare", essere presi di mira
con sorriseti e risatine o il "semplice" furto della merenda sono
sintomi di bullismo. Per non parlare di quando i compagni passano
dalle parole ai fatti.
Il vademecum.
Come è possibile difendersi di fronte alla violenza fisica, verbale e
psicologica tra i banchi di scuola? "Per combattere il fenomeno e
sensibilizzare le giovani generazioni molte questure hanno dato vita
ad alcune iniziative tra cui opuscoli, brochure e consigli vari, che
riportiamo nel Dossier". Prima di tutto - raccomanda la Polizia - "Non
bisogna mai sottovalutare il problema". Ed ecco le 10 regole da
seguire. Ai ragazzi si raccomanda di non "offendere gli altri,
soprattutto i più deboli, o nascondere ai genitori che qualcuno ti fa
del male. E ancora, "dire bugie, trattare male un compagno che ti sta
antipatico e approfittarsi dei compagni più deboli". Ma soprattutto,
al cospetto dei più prepotenti, è utile "confidarsi con i genitori;
raccontare i comportamenti prepotenti, se ne sei vittima, se ne sei
testimone o se ne vieni a conoscenza; difendere, se possibile, i
compagni vittime di prepotenze; trattare tutti i compagni allo stesso
modo; cercare l'aiuto degli insegnanti, del personale non docente, di
altri compagni se qualcuno ti minaccia". Un vero decalogo che non
lascia scampo ai bulli. E per un non esitare a rivolgersi alle forze
dell'ordine (112 e 113), al Telefono azzurro (19696) o all'Emergenza
infanzia (114).
I consigli.
Il Governo dà anche qualche consiglio a genitori e insegnanti. Mamme e
papà "devono imparare a cogliere i segnali che i figli possono mandare
o nascondere": "trovare scuse per non andare a scuola o voler essere
accompagnati o dormire male o bagnare il letto" rappresentano dei
chiari campanelli d'allarme. Ma devono occuparsi anche di aumentare
l'autostima dei figli e insegnare loro a "saper esprimere la propria
rabbia in modo costruttivo e con maturità". Ma a scuola sono gli
insegnanti a dovere controllare che la situazione non degeneri.
"Una migliore attività di controllo durante la ricreazione e la mensa
metterebbe al sicuro le potenziali vittime: sono questi i momenti in
cui la maggior parte dei bulli agisce indisturbata". Ma non basta.
Anche l'istituzione di sportelli psico-pedagogici, incontri tra
genitori e insegnanti o questionari ad hoc possono rappresentare un
valido aiuto.