Viale Trastevere prepara la strategia. De Mauro: il fenomeno è nella storia Via alla crociata antibullismo. In campo sette ministeri, associazioni e istituti. Italia Oggi del 28/11/2006
Se del bullismo già si sapeva, questo accadeva
nel chiuso delle mura scolastiche. Ora che il problema è di dominio
pubblico, diventa anche una priorità di governo. Riuniti a rapporto a
Roma lo scorso 22 novembre gli stati generali della nascente
coalizione antibullismo: istituzioni, scuole e associazioni, insieme
per dire no al bullismo in un convegno dal titolo le ´Frontiere del
bullismo', organizzato da Consorzio Gioventù digitale, organismo da
poco trasformato in fondazione e presieduto dall'ex ministro
dell'istruzione, Tullio De Mauro. ´Di bullismo, comunque, si parlava
addirittura nell'Inghilterra dell'800', ricorda De Mauro. Tanti gli
interventi e i contributi al convegno. Per Elena Buccoliero, del
centro di promozione della comunicazione del comune di Ferrara, il
bullismo non è per niente un'emergenza, mentre secondo Maria Coscia,
assessore alle politiche educative del comune di Roma, fuori dalla
querelle vanno attentamente considerate le cause delle disarmonie di
crescita umana e personale dei ragazzi. Per Nicola Iannacone,
coordinatore del progetto Stop al bullismo, questo è una sorta di
nuovo dispotismo che trova alimento nelle dinamiche del gruppo. La
scuola comunque ha le idee più chiare di quanto non ci si possa
aspettare: la tendenza, come dimostrano le esperienze di istituti
romani intervenuti alla tavola rotonda, come la scuola media Pio La
Torre, l'istituto comprensivo di via dell'Archeologia, l'istituto
tecnico Lombardo Radice, è quella di sostenere il più possibile
percorsi di educazione emotiva, peer education e marketing educativo,
per sollecitare l'empatia dei giovani e agganciare l'attenzione dei
genitori, spesso troppo distratti per accorgersi dei rischi formativi
contemporanei. Rischi che, ricorda Vera Cuzzo Crea di Telefono
Azzurro, sono fortemente connessi con i nuovi consumi culturali dei
giovani: il 30% guarda troppo e per troppe ore la tv e solo il 10%
disapprova le scene di violenza. Se da una parte è vero che i
genitori, come sostiene Maria Rita Munizzi, presidente del movimento
italiano genitori, ´lasciano per troppo tempo i propri figli davanti
alla tv', dall'altra non si deve sottovalutare il ruolo dei mass
media, cassa di risonanza di modelli competitivi stressanti. Secondo
l'Arcigay, intervenuta al convegno, sarebbero in aumento le denunce di
bullismo subito dai ragazzi per via dei loro orientamenti sessuali. In
ogni caso, sostiene Gabriella Cappelletti, presidente di Sos bullismo,
sarebbe un errore non considerare il bullo stesso una vittima di
quello stesso ´avvelenamento da dolore che colpisce soprattutto a
quest'età'. Infine la testimonianza di Marco Strano, psicologo e
responsabile del centro di neurologia e psicologia medica della
polizia di stato, che precisa: ´Il bullismo non è propriamente un
problema di polizia' e avverte: ´La lesione procurata alla vittima è
per lo più psicologica e proprio per questo bisogna fare attenzione
alle frontiere digitali del bullismo che, portando in rete la
persecuzione, ne dilatano la diffusione e ne amplificano gli effetti'.
Ma, sia come sia, è chiaro che il bullismo non può più essere rimosso
né sottaciuto. Anche per questo servono risposte puntuali, ma anche
azioni coordinate dal centro, dal ministero, soprattutto perché le
buone pratiche educative non restino disperse a macchia di leopardo. A
questo servirà la banca dati sul bullismo, ne è convinta Giovanna Boda,
consigliere per le politiche giovanili del ministro della pubblica
istruzione, che spiega come il tavolo nazionale sul bullismo,
annunciato a suo tempo dal ministro Fioroni, metterà insieme sette
ministeri, ma anche associazioni, scuole e altri organismi del mondo
della giustizia e delle forze dell'ordine per agire efficacemente e
assieme, evitando di proseguire sulla strada delle iniziative
episodiche, mosse più che altro dall'onda lunga emotiva del bullismo
che fa notizia. |