Scuola, i sindacati:
tre giorni di sciopero contro i tagli.
l'Unità
del 24/11/2006
Tre giorni di sciopero per ribadire il no ai
taglia e rilanciare l'importanza della scuola pubblica. I sindacati
conferderali della scuola scendono sul piede di guerra contro la
Fiannzairia e indicono tre giorni di sciopero e altri di
mobilitazione. L'obiettivo: cambiare la Finanziaria all'esame del
Senato, e dare certezze al personale e sostenere il delicato lavoro
che svolge. La mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil si articola
su diverse giornate. Si parte il 6 dicembre con assemblee in tutti gli
istituti. Poi l'11 dicembre sarà sciopero generale di tutti i
lavoratori della scuola di tutti i lavoratori della scuola
dell'infanzia, elementare e media; il 12 dicembre stop dal lavoro del
personale Ata (ausiliario, tecnico, amministrativo); il 13 sciopero
dei lavoratori delle scuole superiori e infine manifestazione
nazionale a Roma il 17 dicembre .
«È la prima volta, nelle ultime due legislature – sottolinea il
segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna - che non si
prevede neppure che i risparmi di sistema restino all'istruzione per
destinarli alla valorizzazione del personale che vi lavora». Chiare le
richieste a sostegno della mobilitazione tra le quali l'eliminazione
della clausola di salvaguardia, la norma che prevede la riduzione dei
soldi destinati alla scuola e l'aumento dei posti per le immissioni in
ruolo del personale Ata, visto che a fronte di 90.000 posti coperti da
personale precario sono previste soltanto 20.000 assunzioni.
«A fronte di questi impegni la Finanziaria non ha previsto nulla -
denuncia Di Menna - è necessario un intervento sulla manovra al Senato
perché nel testo attuale hanno definito soltanto i tagli alla spesa in
un settore che invece richiede di essere sostenuto».
Ma non solo Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza per la scuola.
Anche la
Gilda degli Insegnanti, dopo aver «inutilmente»
fatto appello agli altri sindacati della scuola per un'azione
unitaria contro i tagli previsti dalla
Finanziaria e contro la «latitanza del governo sul fronte
contrattuale», ha indetto uno sciopero generale dei docenti per il
prossimo 7 dicembre. «Non è possibile - afferma il coordinatore
nazionale Rino Di Meglio
- restare ancora inerti nei confronti degli esiti parlamentari
relativi alla Finanziaria che vedono una dura realtà di pesanti tagli
sulla Scuola a fronte di investimenti del tutto insufficienti. Le
riduzioni di organico previste dalla stessa legge sono tali da
rischiare di vanificare, nei fatti, anche le future assunzioni dei
precari. Di estrema gravità inoltre - prosegue il sindacalista - la
mancata approvazione, da parte della Camera, dell'emendamento che
doveva evitare la cancellazione delle graduatorie permanenti dei
precari dal 2010-2011. Sul fronte contrattuale infine, le prospettive
di un apertura delle trattative appaiono ancora remote, nonostante
siano trascorsi ben 11 mesi dalla scadenza del contratto di lavoro».
La Gilda si
augura che, nei prossimi giorni, un Senatore a vita voglia sposare le
ragioni della Scuola, come il premio Nobel Levi Montalcini ha fatto
per l'Università.