NUOVE SECONDARIE
Dopo le regioni, anche le province dicono no all'anticipo a settembre.

La sperimentazione perde i pezzi.

Contestati i tempi, i modi e le risorse dell'operazione Moratti

da ItaliaOggi del 7/3/2006

 

Più va avanti, la sperimentazione della nuova scuola secondaria, più perde i pezzi. Dopo la rottura politica in sede di conferenza unificata, le regioni stanno facendo sentire in concreto la loro contrarietà all'avvio, con un anno di anticipo, della riforma dei licei. Dopo Emilia Romagna, Umbria e Piemonte, anche Marche e Puglia hanno deciso di non attivare i nuovi percorsi sperimentali per il secondo ciclo. Non ci sarebbero il tempo né le risorse per far partire, anche se parzialmente, da settembre le secondarie previste dalla legge n. 53/2003. Sul piede di guerra anche l'Unione delle province, che ha chiesto formalmente il ritiro del decreto che anticipa l'avvio della riforma al 2006-2007. "Il decreto", sottolinea Angela Cortese, assessore della provincia di Napoli e responsabile scuola dell'Upi, "è stato emanato nonostante si fosse concordato il contrario con regioni, province e comuni in conferenza unificata. Questo non solo apre una crepa profonda nei rapporti tra governo e autonomie, ma mortifica ancora una volta il ruolo della conferenza unificata". Intanto i direttori scolastici regionali stanno andando avanti secondo le direttive del ministero per raccogliere le adesioni delle scuole al progetto innovativo. Un comportamento che, è il caso per esempio della Campania, crea nuove tensioni con i sindacati.