L'annuncio del cardinale Martino,
presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, arriva dopo un
documento dell'Ucoii al governo italiano
Corano a scuola, c'è il sì del Vaticano
"Il rispetto non va selezionato".
la Repubblica del 9/3/2006
ROMA - "L'Italia non faccia marcia
indietro. Il rispetto non deve essere selezionato". Con queste parole
il caridnale Raffaele Renato Martino, presidente del Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace ha dato un sostanziale via libera del
Vaticano all'ora di religione nelle scuole italiane per insegnare il
corano agli studenti musulmani.
"Se ci sono delle necessità, se in una scuola ci sono cento bambini di
religione musulmana, non vedo perché non si possa insegnare loro la
religione - ha aggiunto il porporato -. Questo è il rispetto
dell'essere umano, un rispetto che non deve essere selezionato".
Solo martedì scorso l'Unione delle Comunità Islamiche italiane (Ucoii)
aveva presentato, nella seconda riunione della Consulta islamica al
Viminale, un documento nel quale, tra le altre cose, si chiedeva di
istituire nelle scuole italiane l'ora di religione islamica come
scelta alternativa. Oltre a questo, l'Ucoii chiedeva al governo anche
di aggioranre e modificare i libri scolastici che contengono "notizie
palesemente false sull'Islam ed i musulmani" e di istituire la lingua
aragba come materia a scelta a livello nazionale.
Il cardinale Martino, dunque, nel suo discorso ammonisce l'Italia "a
non fare marcia indietro", aggiungendo poi: "Se attendiamo la
reciprocità nei paesi rispettivi dove ci sono cristiani, allora ci
dovremmo mettere sullo stesso piano di quelli che negano questa
possibilità. L'Europa, l'Italia - ha proseguito - è arrivata a dei
punti di democrazia e il rispetto dell'altro che non può fare marcia
indietro. Se quindi ci sono persone di altra religione nella realtà
italiana, bisogna rispettarle nella loro identità culturale e
religiosa".
"Solo il dialogo e la libertà religiosa - ha insistito Martino -
possono evitare il fondamentalismo, sia quello politico-laico che
quello religioso. Tutte le religioni sono di pace e la via per trovare
una coesistenza e la collaborazione laddove è possibile, ad esempio
sul piano sociale".
Molto soddisfatta, ovviamente, l'Ucoii: "Ringraziamo il cardinale
Martino - ha detto Hamza Piccardo, segretario dell'associazione - per
la sensibilità dismostrata. Manifesta un grande senso di giustizia nei
confronti di tutti i credenti". Gli fa eco anche il presidente Mahamed
Nour Dachan: "Non aspettavamo altro - ha detto -. La strada intrapresa
da Giovanni Paolo II, e che Benedetto XVI sta seguendo, è la risposta
alle nostre richieste di dialogo e rispetto reciproco, nonostante
tutte le difficoltà".
Contraria all'apertura del Vaticano, invece, l'Aduc, l'Associazione
per i diritti degli utenti e consumatori: "Non siamo d'accordo - fanno
sapere - all'ora di religione (tutte) nelle scuole pubbliche.
Riteniamo che l'insegnamento religioso non si debba impartire nelle
scuole di Stato, che per definizione dovrebbero essere aconfessionali,
ma nelle chiese, nelle sinagoghe, nelle moschee, nei templi.
Naturalmente a spese del richiedente".