IN CATTEDRA

«La generazione cablata?

Debole nelle interrogazioni».

I professori: «La gioventù iPod corre, è necessario aggiornare la didattica»

Giuseppe Tesorio, Il Corriere della Sera del 27/3/2006

 

Gioventù cablata. Studenti della «generazione iPod». Passano ore a digitare, navigare, scaricare, masterizzare, inviare messaggi, ascoltare musica, chattare. E studiare? In contemporanea, o quasi. Loro dicono che è fattibile, gli insegnanti ribattono che ha effetti collaterali devastanti nelle interrogazioni. «Aumentano le lacune e le distanze. Da una parte i ragazzi digitali, dall’altra la scuola, che si equipaggia con le moderne attrezzature, ma arranca con truppe di insegnanti che ignorano completamente Podcast e Broadcast». Così la pensa il professore liceale. La tecnologia sta diventando un problema. Da rimandare possibilmente. Prendiamo, per esempio, l’iniziativa «Lavagna interattiva multimediale», promossa lo scorso anno dall’Ufficio scolastico della Lombardia, e rivolta alle scuole medie di Milano e provincia. Mille euro di finanziamento. Chissà le richieste. Gli istituti che hanno richiesto il bonus risultano a tutt’oggi 83 su 246. E l’Ufficio rinnova l’invito (richieste entro il 10 aprile).
La scuola è lenta, gli studenti corrono. Nel corso di una settimana, i giovani (14-24 anni) spendono 2,8 ore per leggere riviste, quotidiani, fumetti su carta e 2,5 (per chi lo fa) per leggere i corrispettivi online. Dedicano 7 ore ad ascoltare musica da radio o cd, e 4 ad ascoltarla da Internet o su iPod. E ancora, 7,5 ore a guardare la tivù, e ben 2,9 ore in media su internet. Sono alcuni dati emersi dal Rapporto 2006 dell’Aie (l’Associazione italiana editori) sull’editoria digitale, presentato recentemente a Milano.

«Dobbiamo aggiornare la didattica perché cambiano le teste dei ragazzi, hanno altri meccanismi di apprendimento, l’attenzione è più frammentata, vogliono fare più cose insieme, l’elaborazione critica usa linguaggi diversi, anche creativi», sostiene Filippo Dall’Ora, docente di pedagogia. Intanto, gli americani vogliono capire cosa succederà in futuro e investono soldi. Cento milioni di dollari per studiare il bombardamento multimediale (multi-tasking) sui loro bambini, che si sciroppano otto ore al giorno tra tivù, videogiochi, musica sugli iPod, radio, chat in Internet, tutti consumati quasi in contemporanea con i compiti di scuola. E i nostri non sono molto dissimili. Gioventù digitale.