Un sei stiracchiato in
puntualità, gravi insufficienze nella capacità espositiva,
poca o nessuna predisposizione al dialogo durante le lezioni.
Se vi state chiedendo a chi appartiene questa disastrosa
pagella forse dovreste sapere che non si tratta di uno
studente, ma di un professore. Più precisamente di un docente
universitario. Già, perché come accade ormai da molti anni in
tutti gli atenei italiani anche i prof sono sottoposti a
continue verifiche e giudizi da parte dei propri studenti.
Alla fine di ogni corso, infatti, sono i ragazzi a decidere o
meno se "bocciare" il proprio docente compilando una pagella
dove è possibile segnalare disfunzioni e ritardi e perché no,
magari vendicarsi di quel docente che all'esame non è stato
particolarmente gentile.
Le prime pagelle compilate dagli studenti sono comparse a
Bologna nei primi anni settanta. Da quel momento in poi la
maggior parte delle università le hanno introdotto per
sottoporre a continua verifica oltre che i propri docenti,
anche la qualità della didattica, l'adeguatezza degli spazi e
il grado di soddisfazione dei servizi offerti. "Nel nostro
ateneo i questionari per la valutazione della didattica sono
uno strumento di grande importanza - spiega Giovanni Colucci,
responsabile dell'area servizi agli studenti dell'Università
di Siena - perché permettono di toccare con mano la percezione
che gli studenti hanno dell'offerta formativa. Il questionario
che sottoponiamo agli studenti, naturalmente in forma anonima,
permette a chi lo compila di esprimere un giudizio da tenere
seriamente in considerazione". L'anonimato, infatti, esclude
possibilità di "ripercussioni" e "vendette" da parte dei
docenti bocciati, che per la verità però non sono moltissimi.
"Di solito non sono più di due l'anno - continua - e se si
pensa che i corsi sono più di 3000 si tratta di una
percentuale davvero molto bassa".
Sfogliando i vari rapporti che i Nuclei di Valutazione delle
singole università hanno prodotto in questi anni, gli studenti
infatti sembrano avere un giudizio in gran parte positivo dei
propri docenti, della didattica e dell'organizzazione
dell'ateneo in cui studiano. Ovviamente con qualche eccezione.
Se alla Luiss di Roma gli studenti di Giurisprudenza sono
molto soddisfatti del grado di coinvolgimento che il docente
riesce a trasmettere a lezione (quasi l'80%), a Bologna nella
facoltà di Economia più della metà dei frequentanti (il 57%)
considera eccessivo il carico di studi assegnato dai
professori. Ma le bocciature più sonore i docenti le
raccolgono soprattutto fuori dalle aule. Alla Sapienza di Roma
nel 2003 il 40,9% degli studenti della Facoltà di Architettura
Valle Giulia ha detto di essere totalmente insoddisfatto sulle
disponibilità di informazioni sul corso, mentre a Psicologia
il 90% dei ragazzi non ha mai cercato di parlare con il
proprio docente durante l'orario di ricevimento, forse perché
sicuro di non trovarlo.
Ma davvero i prof che hanno avuto una valutazione negativa
rischiano il posto? "I casi più critici segnalati dagli
studenti non sono di dominio pubblico e vengono comunicati
esclusivamente ai Presidi delle singole facoltà - assicura
Andrea Campioni, coordinatore dell'Osservatorio della
didattica del Politecnico di Milano -. Spetta a loro decidere
come e quando intervenire sul singolo docente. In ogni caso le
pagelle sono solo alcuni dei parametri che gli atenei
utilizzano per la valutazione della didattica. Basare tutto il
sistema su questi giudizi sarebbe troppo rischioso".
Resta il fatto però che queste pagelle sono strumento dalle
potenzialità davvero dirompenti visto che il Ministero
dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca ha deciso di
tenere in seria considerazione anche per la distribuzione
delle risorse finanziarie ai singoli atenei. Dal 1999 infatti
tutte le università hanno l'obbligo di sottoporre questi
questionari ai propri studenti e i risultati, sia in negativo
che in positivo, andranno a pesare come macigni
nell'assegnazione dei fondi ministeriali. Forse ai docenti
conviene per davvero essere più buoni.
UN ESEMPIO DI PAGELLA DI VALUTAZIONE DEI PROFESSORI