Puntualità, capacità espositiva, predisposizione al dialogo: nella maggior parte
degli atenei gli studenti possono valutare, anonimamente, gli insegnanti

Il professore non sa insegnare?

Ora è possibile dargli i voti.

di Massimiliano Papasso, la Repubblica del 12/5/2006

 

Un sei stiracchiato in puntualità, gravi insufficienze nella capacità espositiva, poca o nessuna predisposizione al dialogo durante le lezioni. Se vi state chiedendo a chi appartiene questa disastrosa pagella forse dovreste sapere che non si tratta di uno studente, ma di un professore. Più precisamente di un docente universitario. Già, perché come accade ormai da molti anni in tutti gli atenei italiani anche i prof sono sottoposti a continue verifiche e giudizi da parte dei propri studenti. Alla fine di ogni corso, infatti, sono i ragazzi a decidere o meno se "bocciare" il proprio docente compilando una pagella dove è possibile segnalare disfunzioni e ritardi e perché no, magari vendicarsi di quel docente che all'esame non è stato particolarmente gentile.

Le prime pagelle compilate dagli studenti sono comparse a Bologna nei primi anni settanta. Da quel momento in poi la maggior parte delle università le hanno introdotto per sottoporre a continua verifica oltre che i propri docenti, anche la qualità della didattica, l'adeguatezza degli spazi e il grado di soddisfazione dei servizi offerti. "Nel nostro ateneo i questionari per la valutazione della didattica sono uno strumento di grande importanza - spiega Giovanni Colucci, responsabile dell'area servizi agli studenti dell'Università di Siena - perché permettono di toccare con mano la percezione che gli studenti hanno dell'offerta formativa. Il questionario che sottoponiamo agli studenti, naturalmente in forma anonima, permette a chi lo compila di esprimere un giudizio da tenere seriamente in considerazione". L'anonimato, infatti, esclude possibilità di "ripercussioni" e "vendette" da parte dei docenti bocciati, che per la verità però non sono moltissimi. "Di solito non sono più di due l'anno - continua - e se si pensa che i corsi sono più di 3000 si tratta di una percentuale davvero molto bassa".


Sfogliando i vari rapporti che i Nuclei di Valutazione delle singole università hanno prodotto in questi anni, gli studenti infatti sembrano avere un giudizio in gran parte positivo dei propri docenti, della didattica e dell'organizzazione dell'ateneo in cui studiano. Ovviamente con qualche eccezione. Se alla Luiss di Roma gli studenti di Giurisprudenza sono molto soddisfatti del grado di coinvolgimento che il docente riesce a trasmettere a lezione (quasi l'80%), a Bologna nella facoltà di Economia più della metà dei frequentanti (il 57%) considera eccessivo il carico di studi assegnato dai professori. Ma le bocciature più sonore i docenti le raccolgono soprattutto fuori dalle aule. Alla Sapienza di Roma nel 2003 il 40,9% degli studenti della Facoltà di Architettura Valle Giulia ha detto di essere totalmente insoddisfatto sulle disponibilità di informazioni sul corso, mentre a Psicologia il 90% dei ragazzi non ha mai cercato di parlare con il proprio docente durante l'orario di ricevimento, forse perché sicuro di non trovarlo.

Ma davvero i prof che hanno avuto una valutazione negativa rischiano il posto? "I casi più critici segnalati dagli studenti non sono di dominio pubblico e vengono comunicati esclusivamente ai Presidi delle singole facoltà - assicura Andrea Campioni, coordinatore dell'Osservatorio della didattica del Politecnico di Milano -. Spetta a loro decidere come e quando intervenire sul singolo docente. In ogni caso le pagelle sono solo alcuni dei parametri che gli atenei utilizzano per la valutazione della didattica. Basare tutto il sistema su questi giudizi sarebbe troppo rischioso".

Resta il fatto però che queste pagelle sono strumento dalle potenzialità davvero dirompenti visto che il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca ha deciso di tenere in seria considerazione anche per la distribuzione delle risorse finanziarie ai singoli atenei. Dal 1999 infatti tutte le università hanno l'obbligo di sottoporre questi questionari ai propri studenti e i risultati, sia in negativo che in positivo, andranno a pesare come macigni nell'assegnazione dei fondi ministeriali. Forse ai docenti conviene per davvero essere più buoni.


UN ESEMPIO DI PAGELLA DI VALUTAZIONE DEI PROFESSORI