Via al regolamento
sull'uso dei dati sensibili nelle scuole.
di Nicoletta Cottone, da
Il Sole 24 Ore
del 13/5/2006.
Il Garante per la privacy ha dato il via libera
allo schema di regolamento del ministero dell’Istruzione sull’uso dei
dati sensibili nelle scuole. Il regolamento fornisce il quadro
generale delle garanzie nella gestione scolastica di dati di rilievo
per la sfera privata degli studenti. Nelle schede contenute nel
regolamento sono illustrate le finalità di rilevante interesse
pubblico per trattare dati sensibili e giudiziari, la fonte normativa,
le operazioni autorizzate, i tipi di dati utilizzati e la
denominazione dei trattamenti. Nel mondo della scuola, infatti, molto
spesso insegnanti e personale amministrativo si trovano a gestire
informazioni sulla salute dei ragazzi, sulla sfera religiosa,
politico-sindacale, sull’origine razziale ed etnica.
«Le scuole - spiega Giuseppe Fortunato, relatore del parere espresso
dal Garante sul regolamento del Miur - devono avere la massima cura
dei dati sensibili dei ragazzi e trattarli solo per scopi specifici e
devono anche dare riscontro alle richieste di accesso ai dati
personali da parte delle famiglie. Di recente il Garante ha accolto il
ricorso di due genitori che avevano chiesto di conoscere tutti i dati,
propri e della figlia, contenuti nella documentazione in possesso
dell’istituto scolastico frequentato dalla ragazza e ha imposto alla
scuola di fornirli».
Il regolamento specifica anche le specifiche finalità per le quali i
dati sensibili possono essere utilizzati. Per esempio, i dati sulle
origini razziali ed etniche possono essere trattati solo per favorire
l’integrazione degli alunni di diverse etnie, mentre quelli sulle
convinzioni religiose servono per garantire la libertà di credo
religioso. E, ancora: i dati sulla salute possono essere usati solo
per l’erogazione del sostegno agli alunni disabili, per l’insegnamento
domiciliare e per il servizio di refezione. Le informazioni sulle
convinzioni politiche, invece, sono trattabili solo per la
costituzione e il funzionamento delle consulte, della associazioni di
studenti e genitori, mentre quelli di carattere giudiziario sono
trattati per poter assicurare il diritto allo studio anche ai
detenuti. Non dimentichiamo, infatti, che sono moltissimi i giovani e
i meno giovani che frequentano la scuola dietro le sbarre e riescono a
conseguire un titolo di studio che li aiuterà una volta ridiventati
cittadini liberi.