Il primo scritto il 21 giugno. I professori: questo esame ormai è una farsa

Maturità per 23 mila studenti

«Troppe feste, non siamo pronti».

«Ponti e vacanze, maggio è volato». I presidi: giorni persi con le occupazioni

 Annachiara Sacchi Il Corriere della Sera del 29/5/2006

 

La paura sarà la stessa. E la convinzione di non farcela, di dover superare un ostacolo invalicabile, il panico della scena muta. Torna la maturità, incubo estivo per circa 23 mila studenti milanesi. Alle prese, anche quest’anno, con tre prove scritte, gli orali, la tesina e una commissione tutta interna (che ai presidi proprio non piace). Con una preoccupazione in più, però: «Ad aprile, tra feste e ponti, quasi non siamo andati a scuola. Maggio è volato. Mancano otto giorni effettivi alla fine delle lezioni: non ci sentiamo preparati».

La madre di tutti gli scritti, la prova di italiano, si terrà mercoledì 21 giugno. Si continua il giorno dopo (greco al classico, matematica allo scientifico, economia aziendale nei tecnici commerciali, disegno geometrico all’artistico) e si riprende lunedì 26 con la terza prova, destinata a slittare di 48 ore nelle scuole (circa il 65 per cento del totale) che ospiteranno il referendum costituzionale.

Meno di un mese, dunque, per recuperare un programma fermato a più riprese da vacanze, tornate elettorali, 25 Aprile e Primo Maggio. «Non ce la faremo mai», si dispera una studentessa del Severi. Niente paura: su Internet si stanno moltiplicando i siti specializzati per la maturità 2006. Su studenti.it una professoressa risponde alle domande dei ragazzi. Anche una psicologa spiega ai «candidati» come affrontare la preparazione. Le domande: «Scusi prof, sto facendo una tesina sull’Impressionismo. Mi può dare qualche consiglio?».

Su maturitaonline.com si sta allestendo il «tototema» «che l’anno scorso - premettono dal sito - ha indovinato ben tre argomenti di prima prova», mentre su atuttascuola.it le tracce sono già consultabili, a pagamento.

«Ma la maturità è diventata una farsa», sbuffano i presidi. La pensa così Michele D’Elia, a capo dello scientifico Vittorio Veneto. «È la solita pantomima. L’esame di Stato con la commissione interna ha perso ogni valore culturale e scientifico. I ragazzi non affrontano più una prova epocale, ma l’ennesima interrogazione dell’anno. E non si lamentino se sono rimasti indietro: di giorni ne hanno persi parecchi tra occupazioni e autogestioni». Il preside del classico Berchet, Innocente Pessina, sospira: «Almeno si torni a una commissione mista. Gli studenti temono di aver perso tempo? Per questo martedì (domani, ndr ) saranno a scuola per le ultime due ore. Il tempo di smontare i seggi e si torna subito in classe».