E’ scattata l’offensiva dei sindacati nei
confronti del Centro-sinistra.
«Subito le assunzioni».
«Il nuovo Governo dovrà mantenere l’impegno di
eliminare il lavoro precario»
La Cgil chiede di cancellare la riforma Moratti..
da
Il Sole 24 Ore
del 19/5/2006.
Per i sindacati della scuola non ci sono dubbi:
il primo impegno del nuovo Governo di centro-sinistra e del
neoministro dell’Istruzione dovrà essere l’assunzione dei precari,
docenti e personale Ata. Un fenomeno, quello dei supplenti, cresciuto
a dismisura negli ultimi 10 anni. Basti pensare che i precari, con
contratto annuale, che hanno lavorato nell’anno scolastico che si sta
concludendo sono circa 200mila tra insegnanti (120mila) e persona le
ausiliario, tecnico e amministrativo (80mila) pari a una percentuale
che - secondo i sindacati oscilla tra il 20 e il 25% dell’intero
personale del comparto. «Si tratta di numeri non più tollerabili. E ad
abbatterli - ammoniscono i sindacati - non bastano certo gli
interventi occasionali. Servono misure risolutive capaci di mettere
finalmente la parola fine a questa annosa vicenda».
Sulla questione è intervenuto con forza lo Snals-Confsal che ha
organizzato, nei giorni scorsi, una manifestazione a Roma proprio per
dar voce alla protesta della categoria. «Bisogna superare il doppio
organico e cioè la pretestuosa distinzione tra organica di diritto e
organico di fatto riportando a un unico organico tutti i posti
disponibili. Solo così - ha spiegato il segretario generale vicario
dello Snals, Marco Paolo Nigi - sarà possibile la stabilizzazione dei
posti di lavoro garantendo l’immissione in ruolo di tutti i precari su
‘tutti i posti disponibili e vacanti». Un percorso che non sarebbe
neppure troppo oneroso. «Considerato che lo Stato è tenuto al
versamento all’Inps dell’1,5% in più per i dipendénti con contratto a
tempo determinato, abbiamo calcolato - ha assicurato Nigi - che
sarebbero sufficienti circa una settantina di milioni di euro per
sanare definitivamente la situazione con la nomina in ruolo di tutti
gli attuali precari». Comunque, lo Snals-Confsal non intende fare
sconti: «Se non avremo un segnale di disponibilità — annuncia Nigi —
intraprenderemo azioni più decise, fino allo sciopero».
Di «dimensione patologica» della precarietà ha parlato anche il
segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini, che ha scelto il
palco di un convegno dedicato proprio a questo spinoso tema, il 9 e 10
maggio a Napoli, per lanciare una campagna nazionale contro la
precarizzazione e chiedere un piano di assunzioni a tempo
indeterminato «che abbia lo scopo di inserire in modo stabile anche i
giovani nei settori della scuola e della cultura».
«Il ministro Moratti ha devastato i nostri comparti. I suoi
provvedimenti devono essere cancellati non per motivi ideologici ma
perché sbagliati nel merito», ha detto ancora Panini.
Un piano pluriennale di assunzioni: lo chiede con forza il segretario
generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna: «A giugno ci saranno
immissioni in ruolo per 3mila Ata e 20mila docenti. Immissioni che non
coprono neanche il turnover. Tra giugno e agosto sottolinea Di Menna —
moltissimi lavoratori della scuola terminano di lavorare e inizierà
per loro l’attesa per un nuovo contratto per il prossimo anno
scolastico. Il fenomeno ha superato ampiamente ogni livello di
guardia. Molti precari hanno un’età avanzata e alle spalle anni di
lavoro e di esperienza, e non va dimenticato che, con la loro
prestazione professionale, hanno contribuito a garantire il
funzionamento della scuola pubblica. Le loro retribuzioni sono sempre
ferme al primo anno di insegnamento: l’anzianità-esperienza, per
essere riconosciuta, deve attendere l’immissione in ruolo che tarda ad
arrivare», conclude Di Menna.
Anche la Cisl Scuola chiede di cancellare la precarizzazione, secondo
Francesco Scrima, segretario generale, si tratta di una scelta
importante «per non calpestare i diritti di tantissimi docenti e
lavoratori Ata, a sostegno della loro dignità e delle loro aspettative
occupazionali e di vita, per garantire l’efficacia e l’efficienza
complessiva della scuola pubblica». La richiesta viene lanciata
direttamente al nuovo Esecutivo e al nuovo ministro. dell’Istruzione.
«Anni di battaglie sindacali hanno costretto comunque il governo
uscente — sottolinea ancora Scrima — ad assumere in ruolo negli ultimi
cinque anni varie decine di migliaia di lavoratori precari, ma tali
assunzioni non hanno coperto neppure il personale posto a riposo per
pensionamento». Inoltre, ha aggiunto Scrima gli Ata precari sono
oltremodo bersagliati dalle Finanziarie a colpi di tagli, e riduzioni
di organici.
La Gilda
degli insegnanti ha elaborato un
documento contenente dodici punti per la scuola. Tra l’altro, oltre a
ribadire la stabilizzazione del personale precario, il sindacato
guidato da Alessandro Ameli
chiede «la separazione delle aree di
contrattazione docenti e Ata. La revisione dei processi di devoluzione
alle Regioni in materia scolastica, che stanno già determinando
modelli di scuola assolutamente differenziati e porteranno alla
perdita dell’identità nazionale del sistema dell’istruzione».