Sono oltre 31 mila i nuovi pensionati:
si lascia spesso anticipatamente rispetto al limite d'età.
Che stress la scuola. E c'è la fuga.
Sale il tasso di dimissioni dal lavoro anche per
motivi di salute
da
ItaliaOggi del
16/5/2006
Stress, incertezza previdenziale e
burocratizzazione spingono il personale della scuola a cessare
anticipatamente dal servizio. È di 31.294 il numero ufficiale dei
dirigenti scolastici, dei docenti di ogni ordine e grado, ivi compresi
gli insegnanti di religione e del personale amministrativo, tecnico e
ausiliario, che a diverso titolo è cessato dal servizio nel corso del
2005. Un dato che corrisponde al 3,46% dei 903.699 titolari di ruolo
che erano in servizio nell'anno scolastico 2004/2005.
Nella tabella di seguito pubblicata, elaborata da ItaliaOggi sulla
base dei dati ufficiali comunicati dal ministero dell'istruzione, sono
indicate le diverse cause delle cessazioni dal servizio. Da un esame
particolareggiato delle singole cause trova conferma quanto già si
sapeva e cioè che a spingere un sempre maggior numero di dipendenti
scolastici a cessare dal servizio anticipatamente rispetto ai limiti
di età sono principalmente un lavoro sempre più stressante e non
adeguatamente retribuito, una eccessiva burocratizzazione soprattutto
della funzione docente e le pesanti incognite che aleggiano sul futuro
sistema previdenziale.
Le 18.865 dimissioni volontarie sono state presentate dal personale
con un'età anagrafica tra i 57 e i 60 anni e sono esclusivamente
finalizzate all'accesso al trattamento pensionistico anticipato di
anzianità. Un fenomeno che è andato progressivamente aumentando nel
corso degli ultimi anni e che potrebbe, stando alle prime
anticipazioni, comportare un raddoppio delle dimissioni volontarie nel
2006 e 2007.
Risulta, invece, essere nella norma il numero delle cessazioni dal
servizio sia per raggiunti limiti di età che per il compimento del 40°
anno di servizio utile a pensionamento, anche se si nota una
progressiva riduzione del personale che non chiede di permanere in
servizio oltre i predetti limiti. Tra le cause che hanno portato alla
cessazione dal servizio quella che desta maggiore preoccupazione è
quella relativa alle cessazioni per dispensa conseguente a una
accertata inidoneità fisica o inabilità permanente assoluta. In
proporzione rispetto al totale delle cessazioni di ogni categoria di
personale la percentuale più alta si riscontra tra il personale
docente della scuola dell'infanzia (11%) seguita da personale Ata
(9%), dai docenti della scuola elementare (6.5%) e da quelli della
scuola media e superiore (5%). Se a questi dati relativi a un solo
anno si sommano quelli relativi al personale docente collocato nel
corso degli ultimi anni, sempre per motivi di salute, fuori ruolo e
utilizzati nella scuola in compiti diversi da quelli dell'insegnamento
(nel corso dell'a.s. 2004/2005 erano 912 docenti della scuola
dell'infanzia, 1.767 della scuola elementare, 1.027 della scuola media
e 642 della scuola secondaria superiore), il quadro complessivo sullo
stato di salute dei docenti non può non destare qualche
preoccupazione. Tra le altre cause di cessazione dal servizio solo
alcune meritano: nel 2005 sono stati 1.050 quelli deceduti; 442 quelli
assunti in altro impiego pubblico o passati in altre amministrazioni
in forza delle norme sulla mobilità intercompartimentale. Sono stati
dichiarati decaduti o revocati in 318, mentre le istituzioni dal
servizio conseguenti a procedimenti disciplinari e i licenziamenti con
o senza preavviso sono stati in totale 26.