Prodi: la scuola è in regressione,

bisogna allargare le risorse.

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola del 4/5/2006

 

Secondo il leader dell’Unione, che nei prossimi giorni verrà incaricato di formare il nuovo Governo, la scuola rimane una delle priorità nell’agenda degli impegni della maggioranza. “Nei bilanci della scuola - ha detto a Radio Vaticana - oltre alla spesa per il personale, non c'è rimasto più nulla: la soluzione è nell'allargamento delle risorse da portare verso il sistema della scuola inteso nella sua totalità”.

 

Nei bilanci della scuola, oltre alla spesa per il personale, non c'è rimasto più nulla: la soluzione è nell'allargamento delle risorse da portare verso il sistema della scuola inteso nella sua totalità”. Ha tutta l’aria di essere un serio impegno da assolvere quello che il leader dell'Unione Romano Prodi ha annunciato in un'intervista a Radio Vaticana che lo ha incalzato a proposito delle politiche scolastiche che attuerà il centrosinistra. Secondo Prodi, che nei prossimi giorni verrà incaricato di formare il nuovo Governo, la scuola rimane infatti una delle priorità nell’agenda degli impegni della maggioranza.

A poche settimane dalle elezioni politiche, l’impegno di investire nella formazione scolastica rimane quindi intatto. Il prossimo capo del Governo sa bene però quanto la strada sia in salita. “Il vero problema della scuola – ha ammesso Prodi - sono le difficoltà finanziarie che abbiamo riguardo a tutto il sistema scolastico: un sistema che negli ultimi tempi è in una fase di forte regressione”.

Il leader dell’Unione non si è sottratto nemmeno alle domande sul sistema duale pubblico-privato. Ed un po’ a sorpresa ha voluto rassicurare i gestori delle scuole non statali o parificate. “Abbiamo un programma – ha spiegato Prodi - che prevede il sostegno ad una scuola a servizio pubblico che si divide in pubblica e parificata. Noi stessi, nel precedente esecutivo abbiamo aiutato gli istituti privati, quindi non c'è nessuna preclusione su questo aspetto”. Il messaggio è chiaro: la scuola ha bisogno di grandi investimenti, il prossimo Governo si adopererà in questo senso; ma l’attuale modello organizzativo di fondo rimane intatto. Rimane un dubbio: che fine farà la riforma Moratti? Probabilmente per rispondere a questa domanda bisognerà attendere il nome, e soprattutto l’orientamento politico, del prossimo ministro di viale Trastevere.