La politica scolastica di fronte al fenomeno
migratorio
Studenti immigrati,
l'Ocse detta le linee di politica scolastica.
da
Tuttoscuola del 21/5/2006
Gli studenti immigrati in diversi paesi
dell'Ocse mostrano un ritardo scolastico di oltre due anni rispetto ai
loro coetanei autoctoni. Lo rivela uno studio dell'Ocse che esamina la
situazione di 17 Paesi o territori nei quali si registra una grande
presenza di immigrazione.
Affinché i giovani immigrati possano entrare senza troppe difficoltà
nel mercato del lavoro, devono essere dotati di solide competenze di
base e avere la capacità e la motivazione per continuare a studiare
lungo il corso della loro vita.
In molti paesi più di un terzo ottiene performance inferiori al
livello di attitudine di base. In altri paesi almeno il 20% degli
alunni figli della seconda generazione d'immigrati ottiene punteggi
inferiori persino a questo livello.
Ciò nonostante i piccoli immigrati mostrano, tuttavia, una voglia di
apprendere a volte persino superiore, a quella dei loro compagni
autoctoni e, in generale, un atteggiamento decisamente positivo nei
confronti della scuola.
Secondo lo studio dell'Ocse, incide molto la politica scolastica in
vigore. I Paesi nei quali si è riusciti a ridurre il gap di
apprendimento tra studenti hanno in comune il fatto di essersi dotati
di solidi programmi di sostegno per l'apprendimento della lingua in
età prescolare e di aver definito con chiarezza obiettivi, norme e
sistemi di valutazione. Una lezione anche per la scuola italiana.