L'Università boccia la maturità
"Ammessi, ma con i nostri test".
Meno di un mese all'esame di Stato per oltre
400mila candidati
Ma quasi tutte le università, per le selezioni, non ne terranno conto
di Massimiliano Papasso, Il Corriere della Sera del
22/5/2006
Sarà anche la prova più importante della vita,
quella più difficile, il primo vero ostacolo da superare ma alle
università italiane l'esame di maturità continua proprio a non
piacere. Lo dimostra il fatto che anche quest'anno moltissimi atenei
italiani non terranno conto per selezionare le loro future matricole
dell'esito dell'esame di stato. Meglio i risultati dei test
d'ammissione (che in alcuni casi si sono già svolti) e, perché no, una
media dei voti che lo studente ha raccolto durante il penultimo e
terzultimo anno di scuola superiore, piuttosto che quel voto espresso
in centesimi. Un numero però che nonostante tutto tra qualche
settimana terrà comunque con il fiato sospeso più di quattrocentomila
studenti italiani alle prese con la Maturità 2006.
La lista degli atenei che "snobbano" la maturità si arricchisce ogni
anno di qualche elemento e racchiude al suo interno sia grandi che
piccoli atenei, università pubbliche che private. Dalla Luiss alla
Bocconi, passando per Pavia e il Politecnico di Milano il coro è
unanime: per capire se un maturando è pronto per iscriversi
all'università, il voto dell'esame di stato non basta. Vuoi perché
nonostante la riforma del 1999 che ha rivoluzionato l'esame
introducendo nuove prove, la Maturità è rimasta comunque troppo
"generica". Vuoi perché la composizione della commissione (formata da
docenti interni e un solo membro esterno, il presidente) non sarebbe
garanzia di un giudizio molto oggettivo. In poche parole i voti più
alti, ma anche quelli più bassi, devono tutti essere presi con le
molle quando si parla di università.
"Ormai da qualche anno nei nostri test teniamo esclusivamente conto
della prova svolta - spiega il professor Mauro Santomauro, delegato
del rettore per la didattica e l'orientamento al Politecnico di Milano
-. In oltre 15 anni che effettuiamo test d'ingresso abbiamo notato che
sebbene ci sia una forte correlazione tra l'esito del test d'accesso e
la carriera universitaria delle matricole, questa è molto minore
quando si tiene conto del voto di maturità. Ecco perché preferiamo
valutare le potenziali capacità necessarie per un determinato corso di
studi solo in base alle prove d'accesso".
Ed è seguendo lo stesso principio che anche due atenei d'eccellenza
come la Bocconi di Milano e la Luiss di Roma, da ormai qualche anno di
maturità non ne vogliono nemmeno sentir parlare. Tanto da aprire e
chiudere il periodo delle immatricolazioni molti mesi prima
dell'inizio dell'esame.
Se infatti alla Luiss la maturità non ha più valore dallo scorso anno
accademico (dal 2003 contava solo per chi si iscriveva a settembre),
anche alla Bocconi da qualche anno preferiscono puntare oltre che sui
propri test d'ingresso anche sui voti che gli studenti hanno
conseguito al terzo e quarto anno delle superiori. "Quella di non
tenere conto del voto di maturità - spiega il professor Andrea
Beltratti, prorettore dell'area under graduate dell'ateneo milanese -
è un'esigenza soprattutto tecnica legata al fatto che le prime
immatricolazioni si chiudono in primavera. In ogni caso crediamo che
valutare le matricole su un test specifico che riguarda un singolo
corso di laurea sia uno strumento più affidabile del voto di
maturità".
Stesse considerazioni all'Università di Pavia, dove il voto di
maturità ha un valore solo per l'accesso ai quattro collegi
dell'ateneo ma non per l'iscrizione ai corsi di laurea a numero
chiuso: "Anche noi ci basiamo solo sui test d'ingresso per selezionare
le matricole - confessa il professor Giampaolo Azzoni, presidente dei
corsi di laurea in Comunicazione - in modo tale da superare eventuali
disparità che ci possono essere nei giudizi della maturità. Non
essendoci una commissione unica che giudica gli studenti, il voto
finale dell'esame di stato può dipendere da molte variabili. Spetta a
noi dunque azzerare queste differenze e assicurare ai ragazzi una
equivalenza nel giudizio".
E se in mezza Italia la maturità fa il pieno di bocciature, sono
davvero pochi gli atenei in cui i suoi voti valgono ancora qualcosa. È
il caso del Politecnico di Torino dove per i corsi di laurea in
Ingegneria del Cinema ed Ingegneria dell'Automazione le matricole
vengono selezionale oltre che con test attitudinale anche attraverso
al voto all'esame di stato, che può "pesare" anche fino al 50% del
giudizio finale. "Da nostre statistiche - dice Susanna Onnis
dell'ufficio d'orientamento dell'università torinese - è evidente come
chi ha ottenuto un buon voto alla maturità riesca anche a fare bene
qui da noi. Certo il test preliminare rimane lo strumento più
affidabile per capire le competenze dei ragazzi, e far comprendere a
loro le proprie conoscenze: a anche qui da noi non sono mancati i casi
di studenti che iscritti con ottimi voti al test d'ingresso hanno
combinato un vero e proprio disastro".