Da un'indagine Censis emerge che il 66,2%
dichiara di conoscere
almeno una lingua, ma per il 50,1% il livello è quello "scolastico"
Lingue: gli italiani le studiano
ma oltre la metà non le sa parlare.
E non intende farlo neanche in futuro (52,9%):
solo il 4% è spinto da una forte motivazione e il 17,9% forse lo farà
Rosaria Amato, la Repubblica del
30 maggio 2006
ROMA - Conoscono le lingue, ma non le parlano.
Sembra questo il risultato di un'indagine che il Censis presenta
stamane a Roma, realizzata per il progetto Let it Fly, finanziata dal
Fondo Sociale Europeo. Le rilevazioni del Censis sembrerebbero infatti
a prima vista positivi: il 66,2% degli italiani sostiene infatti di
conoscere le lingue, una percentuale certo più alta di quella che ci
si potrebbe aspettare. Ma poi, alla domanda sulla effettiva capacità
di usare la lingua straniera conosciuta, la sicurezza scompare:
infatti ben il 50,1% degli intervistati ritiene scolastico il proprio
grado di preparazione, solo il 23,9% giudica il proprio livello buono
e solo il 7,1% lo valuta come molto buono.
Il Sud sotto la media nazionale.
Al Centro (66,9%) il dato sulla conoscenza delle lingue è allineato
con quello nazionale, al Sud e nelle Isole scende sotto la media
nazionale (63%), per confermarsi invece a livelli più alti nelle
regioni del Nord-Ovest (67,5%) e del Nord-Est (69,3%).
In testa l'inglese.
Non sorprende il fatto che la maggior parte degli intervistati
dichiari di conoscere l'inglese (53,5%), in particolare al Centro
(57,2%) e al Sud (54,7%), seguito dal francese (37,1%), molto
apprezzato nelle regioni del Nord-Ovest (43%), dal tedesco (4%) e
dallo spagnolo (2,8%), in misura molto esigua.
Una curiosità: l'italiano è la quinta lingua "straniera" parlata in
Italia (2,1%) poiché utilizzata dai cittadini stranieri che risiedono
nel nostro Paese o dalle persone appartenenti a minoranze
linguistiche.
Un terzo non parla alcuna lingua
straniera. Il 33,8% delle persone
intervistate ha dichiarato di non sapere parlare alcuna lingua
straniera (nel Sud e nelle Isole la percentuale è del 37% mentre nel
Nord-Est è del 30,7%).
Meno del 20% parla due lingue.
Per quanto riguarda il numero di lingue conosciute, in Italia, il
42,1% ne parla solo una; il 18,9% degli abitanti parla due lingue, nel
Nord-Est è il 24,2% e nel Nord-Ovest il 19%. E a fronte di un 4,2%
nazionale di persone che parlano tre lingue, nel Nord-Ovest sono il
6%. Nel Centro si rileva però un 1,7% di persone che conoscono quattro
lingue, oltre alla lingua madre, contro l'1% della media nazionale. In
generale è nelle fasce della popolazione più giovane e istruita che si
registra la quota più elevata di persone (91,4%) che dichiarano di
conoscere almeno una lingua, mentre più si sale con l'età, maggiore è
l'analfabetismo linguistico: il 56,5% dei pensionati e il 52,3% delle
casalinghe, infatti, non conosce nessuna lingua.
La scuola sotto accusa.
A dimostrare ancora di più che la preparazione linguistica di quel
66,2% degli italiani che dichiara di conoscere le lingue è piuttosto
relativa, c'è il giudizio dato sulla preparazione fornita dalla scuola
pubblica, che rappresenta il principale e spesso unico canale di
formazione linguistica. Ebbene, secondo l'opinione del 55,9% della
popolazione italiana lo studio delle lingue a scuola è ritenuto scarso
o gravemente insufficiente, mentre è adeguato secondo il 32,6% del
campione.
E infatti quando si tratta di dover valutare il proprio livello di
conoscenza, almeno della prima lingua straniera, la situazione cambia
decisamente. Ben il 50,1% degli intervistati infatti ritiene
"scolastico" il suo grado di preparazione linguistica, soprattutto al
Sud e nelle Isole (53%), e il 19% lo valuta "di base", in particolare
nel Nord-Est (21,8%). Solo il 23,9% giudica il proprio livello "buono"
e il 7,1% "molto buono".
Uso "sporadico".
E, poichè in realtà gli italiani non conoscono le lingue straniere, le
usano poco. Il 56,9% di coloro che parlano una lingua straniera
sfrutta tale conoscenza per "fare viaggi all'estero", e il 35,4% per
"relazionarsi con amici e parenti". Solo il 28,5% degli italiani
sfrutta la conoscenza delle lingue per leggere
libri/quotidiani/riviste o guardare dei film (26,5%); mentre il 25,9%
è facilitato nell'uso di Internet. L'ambito lavorativo non sembra
conciliarsi con l'utilizzo delle lingue, poiché riguarda solo una
minoranza di persone (28,6%).
Tra il dire e il fare...
L'indagine Censis rileva dati piuttosto scoraggianti anche sulla
futura diffusione delle lingue straniere in Italia. Infatti nonostante
il 68% degli intervistati sia convinto dell'importanza delle lingue
per migliorare il proprio successo lavorativo, sia in termini di
ricerca del lavoro che di possibilità di carriera, non c'è una forte
motivazione a imparare una lingua straniera in futuro. Oltre la metà
(52,9%) della popolazione infatti non ha alcuna intenzione di farlo,
il 25,2% probabilmente non lo farà, mentre solo il 4% è spinto da una
forte motivazione e il 17,9% forse lo farà.