Il Ministro alla marcia di Barbiana per sua prima
uscita pubblica
In nessun modo la scuola
sia luogo di esclusione.
da
Tuttoscuola del 21/5/2006
"Chi sale a Barbiana non può non tornare
indietro senza un significativo insegnamento: il no all'indifferenza".
Lo ha detto, alla sua prima uscita pubblica, Giuseppe Fioroni,
ministro della pubblica istruzione, partecipando questa mattina in
Mugello alla partenza della marcia di Barbiana. "Il primo insegnamento
di Don Milani è guardare alle cose nascoste, andare oltre la banalità
dell'evidenza", ha continuato il ministro, secondo il quale dalle 160
pagine di "Lettera a una professoressa" emerge chiaramente un
atteggiamento di svelamento delle realtà. "Gli esempi sono moltissimi
- ha continuato Fioroni - e denunciano la perpetuazione di questi
percorsi di esclusione sociale che, per tanti decenni, hanno
attraversato la scuola ed il mondo della
formazione".
Il ministro ha poi ricordato come, ogni anno, decine di migliaia di
ragazzi escano dalla scuola media senza il conseguimento del diploma,
mentre circa il 25% non consegue diplomi o qualifiche professionali.
"Questo - ha aggiunto - è un punto sul quale è mio fermo proposito
intervenire con politiche adeguate perché in nessun modo la scuola sia
un luogo di esclusione. Il secondo decisivo insegnamento che viene
dall'esperienza di Barbiana è non lasciare indietro nessuno", non solo
per una pietà "che in una società segnata per tanti aspetti
dall'empietà è certamente una laica e novile virtù", ma per un
interesse reale che è quello della Repubblica, un interesse "a formare
il maggior numero di giovani possibile ad impegni di vita e di lavoro
degni di essere vissuti e tali da costituire una base di certezze
umane e produttive per il futuro del nostro Paese".
Fioroni ha anche voluto attualizzare il significato di "I care", il
motto che campeggia tuttora nell'aula di Barbiana dove don Lorenzo
faceva scuola ai suoi ragazzi. "A quella citazione inglese I care (che
significa mi interessa, mi sta a cuore) possiamo dare un significato
più pieno. E' la formula di un invito ad essere pienamente uomini: in
definitiva essa indica la necessita' di un nuovo umanesimo".
Secondo Fioroni, in sostanza, vi è la necessità di "riscrivere insieme
le tavole di un'etica condivisa che ridia ragioni di speranza e di
crescita all'umanità". E come attraverso Barbiana si è "dato la parola
ad una povertà che ne era priva, afona, anche oggi dobbiamo dare la
parola a chi l'ha perduta insieme alla voglia di comunicare, di
parlare". Questi i valori che orienteranno l'impegno di Fioroni "come
ministro della scuola di tutti, perché questo e non altro vuol dire
l'espressione pubblica istruzione".
Concludendo il suo saluto, il ministro ha ricordato anche che c'è una
"terra di mezzo tra i grandi apostoli della solidarietà e quella
variegata della politica, c'è uno spazio dei profeti ed una patria
senza confini. Bene, noi sappiamo che don Milani l'abita ancora e ci
aiuta sempre con l'esempio della sua missione religiosa, ma anche e
sopratutto civile".
Giunto a Barbiana, Fioroni ha visitato la canonica - luogo delle
lezioni milaniane - la chiesa ed il cimitero, ultima dimora terrena
del priore di Barbiana.