Il ministro mette...
in minoranza il Senato.
da
Tuttoscuola del 4/5/2006
Le elezioni del presidente del Senato
hanno messo in evidenza tutta la difficoltà dell’Unione di impiegare
la risicata maggioranza di cui dispone.
E c’è già chi, non solo tra i banchi dell’opposizione, prevede
ulteriori difficoltà nell’ordinaria attività che il Senato dovrà
affrontare durante la legislatura, quando anche un solo voto potrà
fare la differenza nell’approvare (o nel respingere) i provvedimenti
legislativi all’esame dell’aula o delle commissioni.
Un’altra difficoltà incombe sul Senato e riguarda ministri e
sottosegretari del prossimo Governo. Il lodo che prevede
l’incompatibilità tra cariche parlamentari e ministeriali non è detto
che reggerà, viste le ambizioni governative di molti parlamentari.
E se sarà ministro il senatore Mastella, oppure la senatrice Turco o
altro senatore, difficilmente il ministro potrà assicurare in via
ordinaria la presenza e il voto in Senato.
Normalmente, escludendo i deputati e gli eventuali ministri e
sottosegretari tecnici, circa un terzo dei componenti del Governo
proviene da Palazzo Madama.
Se nella compagine del nuovo Governo questo rapporto verrà confermato,
vi potrebbero essere 25-30 senatori che, a causa degli incarichi
ministeriali e dei connessi impegni istituzionali, si troverebbero
impossibilitati a svolgere in via ordinaria l’attività parlamentare,
creando pesanti difficoltà per la tenuta della maggioranza al Senato.
Per i sottosegretari il problema non dovrebbe porsi perché secondo gli
accordi intercorsi al momento delle candidature gli incarichi
dovrebbero essere attribuiti ad ex senatori intenzionalmente non
candidati alle ultime elezioni.