Meno lavoro, poco stipendio.
Gli insegnanti italiani tra i pochi in Europa
senza un sistema di carriera. da ItaliaOggi del 16/5/2006
Gli insegnanti italiani guadagnano meno dei
colleghi europei. Ma lavorano anche meno. Sono per lo più donne e
hanno un'età piuttosto avanzata. E se, negli ultimi 25 anni, le
carriere di molti insegnanti hanno subito interventi più o meno
strutturali, lo stesso non si può dire del nostro paese, dove non
esistono stipendi legati al merito e dove l'organizzazione dell'orario
di lavoro non è mai stata oggetto di alcuna riforma.
Gli stipendi dei docenti
L'organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico rileva innanzitutto l'inadeguatezza degli stipendi
italiani rispetto a quelli dei colleghi europei.
L'esperienza professionale sullo stipendio
L'Ocse sottolinea che anche l'esperienza
professionale influenza il salario, ma i modi e i tempi dei
riconoscimenti variano molto da paese a paese. Secondo il rapporto,
dal 1996 al 2003 le buste paga dei docenti a inizio carriera sono
aumentate più velocemente di quelle di altre categorie di lavoratori.
Gli orari di lavoro I docenti europei stanno più in cattedra di quelli italiani. I docenti della scuola primaria, con 22 ore di lezione alla settimana, prestano in un anno 748 ore contro una media europea di circa 809 ore annue, cioè mediamente 61 ore in meno all'anno, quindi quasi due in meno alla settimana. Meno dei maestri italiani sono i colleghi di Danimarca, Finlandia e Austria. E alla secondaria inferiore? I professori delle scuole inferiori insegnano per 612 ore all'anno, cioè 72 ore in meno della media di ore di insegnamento dei loro colleghi europei (684 ore annue). Solo Spagna, Finlandia e Portogallo hanno meno ore annue di insegnamento nella scuola media rispetto all'Italia. I professori degli istituti superiori insegnano per 612 ore all'anno, cioè 41 ore in meno della media europea che è di 653 ore annue. Portogallo, Finlandia, Spagna e Danimarca hanno invece un monte ore annuo di insegnamento negli istituti secondari inferiore al nostro. I confronti sono realizzati alla luce degli orari contrattuali, che non sempre però corrispondono a quelli reali. In Italia, per esempio, la correzione dei compiti fatta a casa dai docenti non è conteggiata.
L'età degli insegnanti
Un'altra nota dolente riguarda l'età degli
insegnanti, di gran lunga più vecchi rispetto ai colleghi membri dell'Ocse.
Chi assume gli insegnanti
Insegnanti assunti a livello centrale o chiamati
da amministrazioni locali, spesso autorità educative locali o gli
stessi istituti: sono due le forme possibili di assunzione diffuse tra
i paesi dell'Unione europea secondo l'ultimo rapporto della rete
Eurydice, la rete europea di informazione sull'educazione, dedicato
agli insegnanti.
Incentivi salariali
Anche sulla questione degli aumenti in busta
paga legati all'impegno e al merito di ogni docente l'Italia mostra il
ritardo più evidente: i primi interventi sui salari sono stati
realizzati nei paesi europei a partire dai primi anni 80 con
l'obiettivo di stabilire i livelli di retribuzione anche in base al
merito, alle prestazioni in classe, alla maggiore formazione e ai
titoli conseguiti dall'insegnante nel corso della sua carriera. Dal
1990 in poi, sottolinea Eurydice, la necessità di attrarre nuovi
docenti e di garantire un'alta qualità dell'insegnamento ha
determinato un maggiore ricorso agli incentivi stipendiali. Ciò è
accaduto in alcuni paesi, ma non in Italia, Belgio, Repubblica Ceca,
Spagna, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Scozia,
Islanda e Liechtenstein. |