Quali anticipi buttare?
da
Tuttoscuola del 5/5/2006
Nel programma elettorale dell’Unione si
parla di abrogazione degli anticipi. Di quelli previsti per la scuola
dell’infanzia o di quelli della scuola primaria? Di entrambi, anche se
le due formule di anticipo introdotte dalla riforma Moratti hanno
avuto un travaglio e un’accoglienza diversi.
Gli anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia sono stati
fortemente osteggiati dai sindacati di categoria (che non hanno
raggiunto nemmeno l’intesa sulla vertenza delle figure professionali)
e da molti Comuni.
Quelli per l’iscrizione anticipata alla prima classe della scuola
primaria sono stati guardati non di buon occhio da molti insegnanti,
ma complessivamente hanno trovato accoglienza tra i genitori, tanto da
raggiungere quest’anno le 55 mila unità circa, che corrispondono a più
del 30% dei bambini aventi diritto (165 mila) che nel 2007 compiranno
sei anni tra gennaio e aprile.
Gli anticipi alla scuola dell’infanzia, di fatto, non sono decollati
nelle istituzioni statali, anche a causa delle diffuse liste di attesa
di bambini, oltre che delle difficoltà del contratto sindacale e del
sostegno dei Comuni. Meglio sono andati nella scuole paritarie che non
hanno quei vincoli della statale.
Tra gli ultimi provvedimenti ministeriali vi è stata la proroga di un
altr’anno del termine del 28 febbraio, utile per ammettere alla scuola
dell’infanzia bambini che compiano tre anni.
Ma se finora i genitori interessati a quegli anticipi dell’infanzia,
visti come surrogato agli asili nido (poco diffusi e più costosi), non
hanno trovato la risposta sperata, ben difficilmente la troveranno
adesso con il governo dell’Unione.