Basta con il modello iperaccentrato della scuola
italiana'.
Una scuola più snella e meno burocratizzata è quanto chiede Treellle
al governo.
Treellle all'attacco:
prof assunti dalle scuole, più poteri ai presidi.
Proposti contratti di sostituzione pluriennali
di Benedetta P. Pacelli
da ItaliaOggi dell'11/7/2006
´Basta con il modello iperaccentrato della
scuola italiana'. Una scuola più snella e meno burocratizzata è quanto
chiede Treellle al governo. Dove le assunzioni dei docenti siano fatte
direttamente dalle istituzioni scolastiche.
L'associazione, presieduta da Attilio Oliva, ha presentato la scorsa
settimana al ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, una
ricerca sullo stato della scuola autonoma.
Treellle torna a ribadire, come già fatto con il governo Berlusconi,
la sua ricetta per superare l'attuale gestione centralistica, anche
sul fronte della gestione finanziaria, giacché le scuole hanno
un'autonomia dello 0,5%.
Bisognerebbe, secondo l'associazione, percorrere la strada in cui sono
impegnati da molti anni, anche se in modo diverso, Regno Unito, Paesi
Bassi, Svezia, Finlandia, paesi che nelle indagini comparative
internazionali evidenziano i risultati migliori. Con la legge n.
59/97, il parlamento ha statuito il principio dell'autonomia delle
istituzioni scolastiche dotandole di personalità giuridica ma sul
fronte dell'attuazione, dice Treellle, molto resta da fare. Secondo
Treellle, per sviluppare un modello di scuola autonoma e responsabile
è necessario ridefinire l'assetto del sistema nazionale di istruzione:
scuole, enti locali, regioni, stato, chi fa che cosa?
Dotare la scuola autonoma di tre autonomie funzionali: autonomia
didattica, da non confondere con la libertà dell'insegnamento e che va
controbilanciata col monitoraggio dei risultati (autovalutazione e
valutazione esterna).
Autonomia organizzativa, che significa, per Treellle, libertà degli
organi di governo della scuola di definire il proprio organico di
personale docente nei limiti delle risorse; e, infine, autonomia
finanziaria, cioè disponibilità di una dotazione economica globale
senza vincoli di destinazione, stabile per tre anni e basata sul
numero degli studenti.
Sarebbe auspicabile poi, secondo Treellle, istituire nuovi organi di
governo della scuola autonoma: un consiglio di istituto come unico
organo di indirizzo e controllo che delibera lo statuto della scuola,
nomina il capo di istituto, approva il Pof, i bilanci, l'organico e le
assunzioni.
Ma è necessario anche un capo di istituto, dice sempre l'associazione,
che gestisce tutte le risorse finanziarie, propone al consiglio le
assunzioni di personale, organizza i servizi e nomina il proprio staff
di collaboratori.
Proposte, queste, che il precedente governo aveva tentato di
avvalorare, per esempio attraverso il decreto sul reclutamento dei
docenti, e che si erano scontrate contro il muro di no dei sindacati
della scuola maggiormente rappresentativi, ma soprattutto dello stesso
personale docente.
Determinante sarebbe poi, secondo Treellle, bilanciare l'autonomia
scolastica con un trasparente e credibile sistema nazionale di
valutazione dei risultati degli apprendimenti degli studenti e delle
scuole, affiancato da forme guidate di autovalutazione. Infine,
introdurre per legge e per contratto diversi livelli di sviluppo
professionale per i docenti per riconoscere in via permanente la
professionalità acquisita (anche con remunerazioni differenziate).
Qualunque innovazione significativa ha bisogno di tempi lunghi per
consolidarne e verificarne gli effetti. C'è quindi bisogno di
strategie condivise a livello parlamentare e di una ragionevole
continuità nell'azione riformatrice dei governi, ´con un patto di
lungo termine tra maggioranza e opposizione', dice Oliva. Un patto per
superare i contrasti tra le forze politiche, per promuovere e favorire
la collaborazione tra regioni, enti locali e forze sociali. Un patto
´di cui l'Italia ha assoluto bisogno per rimediare sui ritardi
rispetto agli esempi europei'.