“La scuola di Stato è superata”/1.
 Parola di cardinale

da TuttoscuolaNews, N. 254, 17 luglio 2006

 

In un'ampia intervista, quasi un'intera pagina del “Corriere della  Sera” di  domenica  16 luglio, che non mancherà di aprire un vivace dibattito, il  patriarca di Venezia,  cardinale  Angelo  Scola,  ha  proposto  di  affidare  la gestione delle scuole “all'intera società civile”. “Lo  Stato  smetta di “gestire la scuola” e si limiti  “a  governarla”  In  pratica  il porporato propone di  “de-istituzionalizzare” il  sistema  scolastico italiano.

In questo modo, a suo avviso, si supererebbe  il  “mito  della  scuola unica”, che è alla base del “blocco del nostro sistema  scolastico  e universitario”. In pratica si dovrebbe andare  oltre  la  legislazione sulla “parità” (le scuole paritarie possono solo essere “una bella  o una brutta copia” della scuola unica, quella di Stato),  sostituendola con un serio sistema pubblico di accreditamento delle singole  scuole, qualunque sia il soggetto che le gestisce: lo Stato, gli Enti locali o i privati. La strada è quella  dell'autonomia  e  del  decentramento, “solo che in Italia autonomia e  decentramento  sono  per  ora  timidi vagiti”.

Il cardinale, uno dei collaboratori più stretti sia di Wojtyla che di Ratzinger, riconosce che “il mito  della  scuola  unica  è  nato  con l'unità   d'Italia  e  con  un'istanza  giusta  (.),  di  trovare  un patrimonio    comune    che   configurasse   il  cittadino”.  Istanza "fondamentalmente codificata" dalla riforma Gentile e  recepita  dalla stessa Costituzione  italiana,  ma  non  più  attuale,  in  tempi  di multiculturalismo, multimedialità, “meticciato di civiltà”.