'La scuola di Stato è superata'/3. da Tuttoscuola del 17/7/2006
Sono bastate poche ore per assistere ad
un vero e proprio fuoco di sbarramento nei confronti delle tesi
sostenute dal cardinale Scola. Rispetto per il ruolo del cardinale anche da parte del presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ma anche netto dissenso sulle sue parole. "Si tratta di una intervista impegnativa di un ecclesiasta così autorevole come l’arcivescovo di Venezia. Io la penso, però, molto diversamente, penso che la scuola in una società che diventa sempre più meticcia debba essere unitaria e cioè pubblica per comprendere tutte le etnie, le religioni e i punti di vista in una costruzione unitaria che è quella della convivenza in cui ognuno rispetti l’altro ma si confronti con lui quotidianamente". Analoga, ma più articolata, la reazione di Franco Monaco, esponente della Margherita: "Rispettosamente dissento dalle conclusioni del cardinale Scola, che pure muove da presupposti condivisibili: l’esigenza di una scuola espressione della società, meno centralistica e burocratica, e un’idea positiva della laicità intesa non come agnosticismo ma come attitudine al confronto". Totale chiusura invece da parte del segretario dell’ArciGay Aurelio Mancuso, che ha detto che "il Patriarca ripropone l’equazione meno Stato più Chiesa cattolica, anche nel sistema formativo italiano. Per fortuna che c’è la Costituzione e che questa minoranza aggressiva contraria al pluralismo e alle libertà individuali, non potrà agevolmente portare avanti i suoi propositi di annettersi la formazione delle nuove generazioni". L’unica apertura alle tesi del cardinale, almeno a caldo, è venuta dai giovani di Forza Italia: "Le parole del cardinale sono l’occasione per un dibattito serio e pacato sullo stato dell’educazione nel nostro Paese". |