I cinque responsabili hanno lavorato nella Croce Rossa,
a Niguarda e con gli immigrati. Un genitore: «Si volta pagina».

Allagarono il Parini,
assolti per «buona condotta».

Il Tribunale dei minorenni: dopo un anno di volontariato sono cambiati

Annachiara Sacchi da Il Corriere della Sera del 6/7/2006

 

Hanno dimostrato di essere cambiati. Di essere diversi da quei ragazzini «bene» dall’aria strafottente che per noia, per rabbia o semplicemente per saltare la versione di greco aprirono i rubinetti del loro liceo, quasi due anni fa. Sono cresciuti i cinque allagatori del Parini. Hanno estinto il loro debito con la giustizia. Lo ha stabilito il giudice del Tribunale per i minorenni, Anna Poli: il reato di danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio è del tutto estinto. Fedina penale pulita dopo un anno di «messa alla prova». Ovvero: volontariato (chi a insegnare italiano ai giovani extracomunitari, chi nella Croce Rossa, chi a Niguarda), lavori nella biblioteca della scuola, colloqui con gli assistenti sociali, impegno nello studio (oltre naturalmente, al pagamento dei 220 mila euro di danni da parte delle famiglie). Dodici mesi di cammino. Illustrati ieri mattina dagli psicologi che hanno seguito per un anno ragazzi e genitori.
Appuntamento alle 10.15 in via Leopardi. Visi tesi. Sguardi preoccupati. Poco più di un’ora di dibattimento, le relazioni degli esperti, le domande del pm agli imputati («Cosa vi aspettate dal tribunale?»). Dopo dieci minuti di camera di consiglio, la sentenza: «Estinzione del reato per positivo esito della messa alla prova».

Abbracci, sorrisi, saluti: si va in vacanza. L’incubo è finito. «Ora basta - dice una mamma - è tempo di voltare pagina». Gli avvocati Daniela Damiano e Federico Papa commentano: «I ragazzi sono cambiati. Una di loro ha espresso l’intenzione di continuare con il volontariato e probabilmente anche gli altri faranno così. Il cammino di recupero ha davvero funzionato». È d’accordo il procuratore del Tribunale per i minorenni, Vittorio Pilla: «La messa alla prova è uno strumento utilissimo perché il processo recupera umanità». Anche il preside del Parini, Carlo Pedretti, tira un sospiro di sollievo: «Sono contento: gli studenti si sono comportati bene per tutto l’anno».

Ma una voce fuori dal coro c’è. È quella di un padre degli allagatori: «Questa vicenda - dice amaro - si è conclusa con un finale rivoluzionario: solo il tribunale ha avuto fiducia in chi era stato già condannato dall’opinione pubblica».