DPEF VARATO. FERRERO NON FIRMA,
TIMORI PER TAGLI ALLA SPESA SOCIALE.
dall'ANSA del 7/7/2006
ROMA - Il Consiglio
dei ministri ha "totalmente condiviso" l'impianto del Documento di
programmazione economica e finanziaria, al quale ha appena dato il via
libera. E' il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa ad
assicurarlo durante la conferenza stampa di presentazione del Dpef. Ma
l'unanimità, evidentemente, non c'é stata. A romperla è stato il
ministro comunista della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, che non
condivide il documento. Lo dichiara lo stesso Ferrero e spiega perché
in una nota: il Dpef "non garantisce che l'azione di risanamento non
si traduca in un taglio della spesa sociale", a partire da sanità e
pensioni.
Le obiezioni di Ferrero, nel corso del Consiglio, hanno costituito un
pezzo importante della discussione. Al ministro di Rifondazione
comunista il presidente del Consiglio, a quanto si apprende, ha
replicato dicendo di comprendere il suo punto di vista ma assicurando
che nessuno intende toccare le fasce più deboli colpendo lo stato
sociale e che comunque il Dpef è solo una cornice entro la quale
tutti, governo e parti sociali, continueranno a lavorare nei prossimi
giorni per definire soluzioni condivise e non penalizzanti. Non è
dunque necessario, ha detto Prodi, fare drammi e fasciarsi la testa
prima che si sia rotta. Dopo il Consiglio, Ferrero si è soffermato il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta e con il
sottosegretario all'Economia Nicola Sartor.
Rifondazione comunista ha dunque reso esplicito il dissenso verso il
provvedimento che prefigura una finanziaria da 35 miliardi da reperire
anche, o soprattutto, con interventi strutturali su pubblica
amministrazione, previdenza, sanità ed enti locali. Il segretario
Franco Giordano chiede un "percorso di consenso", ma non manca di
sottolineare l'apertura verso le richieste dei sindacati con
l'innalzamento del tasso programmato di inflazione al 2%, mentre il
sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni contesta
proprio l'impianto del documento, prefigurando una manovra da 15
miliardi, invece che da 35, senza l'obiettivo di abbattere da subito
il debito. Anche Verdi, Pdci e sinistra Ds, però, non mancano di
esprimere preoccupazioni.
L'impressione è che si stia componendo un complesso gioco delle parti
fra le componenti della coalizione di maggioranza e le organizzazioni
sindacali, nel reciproco timore di ognuno di essere scavalcati da
qualcun altro nella rappresentazioni degli interessi delle categorie
sociali di riferimento. Il tutto nella consapevolezza che non si può
superare un certo limite di dissenso, se non si vuole mettere a
rischio la tenuta del governo, e che comunque interventi correttivi e
strutturali saranno inevitabili.
Il segretario del Pdci Oliviero Diliberto esprime preoccupazioni,
sottolineando che i contenuti della manovra "non sono quello che
chiedeva la nostra gente", ma rimanda alla finanziaria la "battaglia"
per cambiare i punti di dissenso. Per i Verdi il sottosegretario
all'Economia Paolo Cento esprime "insoddisfazione" per i tagli
prefigurati, sulla parte del documento relativo alle politiche
sociali, mentre Natale Ripamonti raccomanda che i tagli non ricadano
sulle fasce più deboli della popolazione. Dalla sinistra Ds fa sentire
la propria voce Cesare Salvi che, condividendo le preoccupazioni dei
sindacati, raccomanda "concertazione, concertazione, concertazione".
Dal fronte riformista della coalizione arrivano segnali più
rassicuranti. "Non c'é un problema Ferrero, c'é una discussione, siamo
una coalizione, è un tema assolutamente gestibile tutti insieme",
assicura il vice premier Francesco Rutelli. Il ministro della Salute
Livia Turco esprime "soddisfazione", mentre secondo il ministro della
Famiglia Rosy Bindi il Dpef consente una nuova politica per la
famiglia. Bordate arrivano dal centrodestra. Per l'ex ministro
dell'Economia Giulio Tremonti "forse nemmeno il governo sa che cosa ha
approvato", mentre secondo Maurizio Gasparri (An), il governo fa
"macelleria sociale". E Luca Volonté, capogruppo dell'Udc alla Camera,
si chiede se "esista ancora una maggioranza", invitando il governo a
spiegare "il voto di Ferrero" lunedì in Parlamento.
-
FINANZIARIA DA 3 PUNTI PIL:
La manovra sarà di 3 punti di Pil lordi, due di correzione uno per lo
sviluppo.
- DEFICIT SOTTO 3%
NEL 2007: Il deficit tornerà sotto il
3% (al 2,8%) nel 2007. Il deficit 2006 indicato nel Dpef sarà al 4% e
al 2,2% nel 2008.
- AVANZO PRIMARIO
AL 4% NEL 2011: L'avanzo primario è
fissato al 4% nel 2011.
- TAGLIO CUNEO A
CHI ASSUME: Il Dpef conferma il
taglio di 5 punti di cuneo fiscale. Un elemento di selezione sarà "a
favore delle imprese che assumeranno a tempo indeterminato".
- DEBITO SOTTO 100%
PIL IN 5 ANNI...: "Alla fine del
quinquennio il rapporto debito-Pil sarà leggermente al di sotto il
100%".
- ...MA SI POTREBBE
FARE MEGLIO: Padoa-Schioppa spiega
però che "si potrebbe fare meglio" grazie alle eventuali
privatizzazioni che sono "scalini in discesa" per la riduzione del
debito.
- IMPEGNO GOVERNO
SU PRIVATIZZAZIONI: Il Dpef contiene
"poche pagine sulle privatizzazioni". C'é però l'impegno del governo a
continuare. "Non abbiamo ereditato un programma preciso di
privatizzazioni e quindi non si può fare riferimento a quello".
- CAMPI INTERVENTO
FINANZIARIA: La manovra interverrà
"su quattro grandi comparti di spesa pubblica che costituiscono l'80%
della spesa totale: pubblica amministrazione, cioé il modo in cui
funziona la macchina dello stato, la spesa previdenziale, quella
sanitaria e quella degli enti territoriali". Ma l'intervento non sarà
necessariamente di tagli - spiega il ministro - perché ci sono ampie
inefficienze da razionalizzare per recuperare risorse.
- GRANDE
MANOVRA E ANCHE AMBIZIONE:
La manovra sarà "di grande portata ma anche l'ambizione con cui si
farà sarà di grande ortata. Si preferisce pensare più in grande e
avere 3 punti di Pil anziché 2 per avere più risorse da investire".
- CONCERTAZIONE DA
FRUTTI, DEVE CONTINUARE: "I sindacati
potranno notare con soddisfazione che ci sono casi in cui la
concertazione porta a risultati desiderabili per loro" dice il
ministro il tasso d'inflazione programmata al 2% è un esempio, la
concertazione ha già dato i primi frutti".
- MINISTRO
PREOCCUPATO COME SINDACATI: "Anche io
sono preoccupato. Come potrei non esserlo avendo il compito di estrema
difficoltà di ottenere un risultato contabile dietro al quale ci sono
vite umane". Ma è "rassicurante che anche i sindacati siano
preoccupati, non ci vedo nulla di ostile".
-
INFLAZIONE PROGRAMMATA AL 2%, NO INTERVENTO SU
CONTRIBUTI: L' inflazione programmata
dal Dpef è al 2% e "non sarà rivisto il sistema dei contributi
pensionistici".
- CRESCITA FERMA DA
10 ANNI: La crescita economica in
Italia é ferma "da una decina d'anni, per le generazioni più giovani é
quasi l'unica condizione conosciuta" ha detto il ministro.
GIORDANO: PRC
DISSENTE, URGE PERCORSO DI CONSENSO
"Rifondazione comunista ha espresso
un dissenso su alcuni capitoli del Dpef, in particolare per quanto
riguarda il rischio che il risanamento dal disastro, lasciato da
Berlusconi, pesi sulla spesa sociale, su pensioni e sanità". Così il
segretario di Rifondazione Comunista spiega il perché "in sede di
Consiglio dei ministri ci siamo astenuti dalla partecipazione al voto,
non sottoscrivendo il documento". Giordano invita il governo a
costruire "un percorso di consenso" intorno al Dpef.
ALMUNIA, DAL GOVERNO ITALIANO MISURE
POSITIVE
Il Commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia,
promuove il Dpef varato dal Governo italiano, giudicando "positivo"
sia l'impegno del rientro del deficit sotto il 3% entro il 2007 sia il
fatto che alle misure di correzione si accompagnino interventi che
vanno nella direzione di una maggiore liberalizzazione.
CISL: POLITICA DEI TAGLI ALLA SPESA
SOCIALE IMPRATICABILE
"Sulle problematiche relative al pubblico impiego, alla scuola, alla
sicurezza, alla sanità, alla previdenza, l'Esecutivo della Cisl
dichiara, sin d'ora, impraticabile una politica di tagli alla spesa
sociale". E' quanto afferma il Comitato Esecutivo della Cisl. A
contrario l'organismo dirigente del sindacato di via Po richiede "una
strategia di riforme che preveda la definizione negoziata e concertata
di piani di riorganizzazioni che puntino alla valorizzazione delle
risorse umane e professionali, alla funzionalità e qualità del
servizio pubblico, alla sostenibilità sociale, nel quadro di uno stato
moderno ed efficiente e di una società attiva e solidale". Secondo
l'Esecutivo Cisl inoltre è "urgente dare avvio ai tavoli di confronto
sulle politiche settoriali ed industriali, energetiche, dei trasporti,
infrastrutturali, del turismo ed abitative".
UIL, OK CONTRIBUTI PENSIONI E 2%
INFLAZIONE PROGRAMMATA
"Un giudizio compiuto lo esprimeremo lunedì, al termine della riunione
delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil e comunque solo dopo aver letto
il testo. Intanto, è apprezzabile che il taglio del cuneo non
riguarderà i contributi pensionistici, così come ci sembra un po' più
realistico un tasso di inflazione programmata al 2%". Così il
segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, sul Dpef appena
varato dal Governo.