ANCORA SUL PROBLEMA DEI TETTI DI SPESA di Piero Cattaneo, da Pavone Risorse del 22/6/2006
Non si possono che condividere le preoccupazioni avanzate da Pasquale D’Avolio nella sua lettera indirizzata al Direttore Generale della Regione Friuli Venezia Giulia. Soprattutto non si possono ignorare le conseguenze che il D.M. del 5 giugno 2006 determinerà in tema di adozione di libri di testo e di organizzazione didattica nelle scuole. Personalmente ho seguito la procedura prevista per l’adozione dei libri di testo, con il coinvolgimento diretto sia dei docenti che dei genitori, nei tempi definiti dalla C.M. n. 30 del 24/03/2006. Quindi il D.M., come sottolinea D’Avolio, arrivato oltre i termini fissati per la decisione collegiale mi ha costretto a rivedere la delibera precedente in cui il Collegio dei Docenti evidenzia come il prezzo fissato nel 1999 non tenga conto di quanto è successo nel frattempo, sia come andamento dei prezzi sia come innovazione negli ordinamenti. La legge n. 53/2003 e il d.lgs. n. 59/2004 introducono tre nuove “materie” negli ordinamenti della scuola secondaria di 1° grado: informatica, 2^ lingua comunitaria ed educazione alla convivenza civile. Le proposte delle case editrici al riguardo sono risultate interessanti e utili dal punto di vista educativo e didattico, ma la loro adozione comporta l’aumento di spesa per i libri di testo per le famiglie. Una seconda considerazione riguarda la rigidità dei tetti fissati per ciascun anno di corso e non sul triennio. Scelta auspicabile quest’ ultima, se il tetto fosse fissato per l’intero corso triennale, in modo da effettuare delle compensazioni tra i vari anni. Inoltre a differenza di quanto previsto per la scuola primaria dove il costo dei testi è fissato unico a livello nazionale, nelle scuole medie i prezzi dei testi non sono vincolati ad un tetto concordato a livello nazionale, pertanto le scuole si trovano nella difficoltà di esaminare più possibilità tra le varie offerte. In questi ultimi anni le case editrici hanno “sfornato” testi rivisti e corretti, aggiornati, cambiati per renderli idonei e coerenti con le innovazioni previste dalla legge di riforma. In particolare molte case editrici hanno corredato i testi con CD-ROM, guide per portfolio, portfolio, schede integrative su argomenti proposti come approfondimenti o ampliamenti. Tutto questo “corredo” ovviamente ha un costo. Spesso i docenti si trovano nella situazione di condividere l’impostazione didattica e metodologica del testo ma sarebbero disponibili a non utilizzare i sussidi che integrano il testo stesso. Le case editrici non sempre sono in grado di fornire l’edizione del testo senza tali “strumenti” aggiunti. Infine in molte scuole, compresa quella in cui opero come dirigente, si è cercato di contenere la spesa o rendendo facoltativa l’adozione del testo, non ritenuto strettamente necessario, o chiedendo agli allievi in uscita dal triennio di mettere a disposizione i loro testi (se ancora validi e . . . integri) ai loro compagni. E’ da sottolineare infine che tutte queste strategie vanno però a scapito di quegli alunni più deboli che spesso senza testo di riferimento, fanno fatica a prendere appunti, ad organizzarsi con fotocopie di materiali proposti dai docenti (con tutti i limiti e vincoli per le eventuali fotocopie di libri di testo). Insomma se da un lato il vincolo economico-finanziario è molto forte, dall’altro la qualità del processo d’insegnamento-apprendimento potrebbe essere fortemente condizionato dall’assenza di un manuale su cui studiare in modo sistematico.
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