La vecchia scheda è più sicura per la privacy.

Niente portfolio, scelta saggia.

Il ministero mette al riparo da eventuali contestazioni le scelte fatte dalle scuole.

 ItaliaOggi del 20/6/2006

 

Il portfolio non è obbligatorio. E, dunque, le scuole che hanno evitato di adottarlo hanno agito bene. È quanto si evince da una nota emanata dal ministero dell'istruzione il 12 giugno scorso (prot. 5596 disponibile sul sito: www.istruzione.it).
L'amministrazione ha chiarito definitivamente la questione affermando che adottare o non adottare il portfolio non fa differenza (si veda ItaliaOggi del 13 giugno scorso). Anzi, continuare ad utilizzare la vecchia scheda di valutazione è meglio. L'adozione del portfolio, infatti, introduce una serie di rischi per i docenti, perché presuppone la necessità di trattare dati personali e, non di rado, sensibili. Il tutto in assenza del previsto regolamento sulla privacy, che il ministero ha già predisposto da tempo, ma che non è ancora in vigore perché il testo non ha ancora ottenuto il placet degli organi di controllo. Insomma, i docenti che hanno seguito alla lettera le indicazioni della precedente amministrazione rischiano addirittura di andare incontro a gravi responsabilità. Tant'è che l'amministrazione si è premurata di raccomandare ´di gestire con la massima cautela i dati da inserire nel portfolio, considerato che si è tuttora in attesa che il garante per la privacy si pronunci sul testo del regolamento a suo tempo predisposto'.


L'amministrazione ha ricordato, inoltre, alle istituzioni scolastiche che il Tar Lazio ha annullato con due ordinanze la precedente circolare sul portfolio, proprio nella parte in cui prevedeva l'introduzione di una biografia dell'alunno. Biografia che avrebbe dovuto contenere, inevitabilmente, dati personali e sensibili non trattabili in assenza di precise disposizioni.

Insomma, i docenti che hanno compilato il portfolio, al posto della vecchia scheda di valutazione, non solo hanno svolto un lavoro che poteva essere evitato, ma, addirittura, rischiano di avere violato la normativa sulla privacy, con tutto ciò che comporta in termini di responsabilità. Il ministero ha anche raccomandato alle scuole di non introdurre la scheda di valutazione della religione nel portfolio o, comunque, nella scheda di valutazione. Ciò perché la normativa vigente prevede che tale valutazione venga fornita in una scheda a parte. La nota ministeriale, peraltro, non fa che recepire le pronunce del Tar di qualche mese fa, dalle quali si evince chiaramente la non legittimità di una parte consistente della circolare sul portfolio. Resta il fatto, però, che il provvedimento giunge in un periodo in cui le scuole hanno già portato a compimento i relativi adempimenti. E dunque, se da un lato rassicura coloro che avevano legittimamente rifiutato di compilare il portfolio, dall'altro lato informa i docenti che lo avevano adottato che, probabilmente, hanno violato la legge.

Il tutto per effetto di disposizioni ministeriali che prevedevano espressamente lo svolgimento di adempimenti non legittimi. La pronuncia ministeriale, peraltro, non chiarisce che fine farà il portfolio. E dunque, non è chiaro se vi saranno successivi provvedimenti che confermeranno tale istituto valutativo, se del caso, emendandolo di taluni vizi di legittimità. Oppure, più semplicemente, si ritornerà alla scheda di valutazione precedente. Resta da vedere, a questo punto, quali potranno essere i campi di applicazione del regolamento sulla privacy, che dovrebbe terminare a breve il suo iter di approvazione. Una volta approvato il regolamento, infatti, verrebbero a cadere i vizi di legittimità riscontrati dal Tar. Insomma, una questione ancora aperta, che rischia di incrementare ulteriormente il clima di incertezza in cui i docenti sono costretti a operare, per effetto dei continui cambiamenti introdotti negli ultimi anni.