La decisione di inserirla in una scheda unica, che sollevò tante polemiche,
fu bocciata dal Tar. Ma la Moratti non ha mai emesso un provvedimento

La religione fuori dalle pagelle
ora arriva la nota ufficiale.

Salvo Intravaia, la Repubblica del 12 giugno 2006

 

Adesso è ufficiale: la Religione resta fuori dalla pagella scolastica. Lo ha stabilito il ministero dell'Istruzione che questa mattina ha emanato una stringata, ma attesissima, nota in cui conferma quello che il Tar Lazio aveva intimato, senza troppo successo, per ben due volte al dicastero diretto da Letizia Moratti. Così, i genitori dei ragazzini della scuola media (ora secondaria di primo grado) e dei bambini della scuola elementare (ora scuola primaria), nei prossimi giorni, per la valutazione della Religione riceveranno una scheda a parte, così come stabilito dal testo unico del 1994 che racchiude le più importanti norme sulla scuola italiana.

Il caso è esploso a novembre dello scorso anno, quando il ministero dell'Istruzione emanò gli schemi di "portfolio delle competenze" e "scheda di valutazione" - relativi al primo ciclo di istruzione, che comprende l'ex scuola elementare e media - in cui la religione cattolica, e la sua valutazione, compariva assieme alle altre discipline e non su un documento a parte, così come stabilito dalla revisione del concordato Stato-Chiesa del 1985.

Tra febbraio e marzo di quest'anno, a seguito di due ricorsi presentati da un gruppo di genitori, il Tar Lazio ha bocciato le "pagelle" contenenti la valutazione della Religione - che resta facoltativa - come una qualsiasi altra disciplina, ma il ministero dell'Istruzione è rimasto muto senza dare, secondo la Cgil, "disposizioni chiare alle scuole".

Il nove febbraio, infatti, dirama una lunghissima circolare di chiarimento in cui si legge che "per quanto concerne l'insegnamento della religione cattolica, in attesa che si pervenga ad una definizione del contenzioso in corso circa la modalità di valutazione, le istituzioni scolastiche, per il corrente anno scolastico, potranno continuare a redigere, per gli alunni che si sono avvalsi di tale insegnamento, la speciale nota prevista dall'art. 309 del Testo Unico, di cui al decreto legislativo n. 297/1994".

Il sindacato definì "furbetto" il comportamento di viale Trastevere, chiedendo un provvedimento che facesse chiarezza. Provvedimento che non era mai arrivato.
"Finalmente il ministero emana la nota attesa da marzo", commenta ora la Cgil, sottolineando però che "la nota omette di ricordare che anche il giudizio sulle attività alternative va compilato su nota a parte, e che vanno sospese le parti del portfolio che riguardano la biografia degli alunni".