Dopo la Moratti. Prove di dialogo.
da
Tuttoscuola del 12/6/2006
"Occorre superare la frattura tra cultura
classica e cultura professionale, come si fa in Europa, e cercare su
questo una convergenza bipartisan" (Francesco D’Onofrio, senatore
UDC): "Va affermata la centralità dell’individuo nei processi
formativi, superando l’ossessione del primato degli ordinamenti"
(Fiorella Farinelli, responsabile scuola della Margherita).
Una qualificata platea di addetti ai lavori, compreso qualche
direttore generale del Ministero, ha assistito la scorsa settimana a
Roma alla presentazione del nuovo libro di Giuseppe Martinez, già
direttore generale dell’istruzione professionale di Stato ("L’Europa e
l’Uomo", edizioni SEAM), durante la quale sono state pronunciate le
frasi sopra riportate.
L’occasione per cercare di delineare un percorso di verifica e
correzione della riforma Moratti che vada oltre i reciproci
arroccamenti - a difesa della legge n. 53/2003 così com’è da una
parte, per l’abrogazione totale di tutto il "pacchetto Moratti"
dall’altra – è stata fornita dalla discussione, avviata da Luciano
Benadusi, preside di Sociologia alla Sapienza, attorno alla tesi
centrale sostenuta nel volume di Martinez. Tesi che evidenzia la
necessità, per l’Italia e per l’Europa, di ripensare i processi
formativi in termini di educazione permanente e di sviluppo continuo
delle competenze, superando la tradizionale gerarchizzazione dei
saperi e dei percorsi: licei da una parte, formazione professionale
dall’altra.
D’Onofrio e Farinelli hanno in sostanza accolto questa tesi, che
tradotta nella politica scolastica italiana significa il superamento
dell’impianto duale della legge n. 53 da una parte, ma anche maggiore
flessibilità istituzionale e attenzione ai percorsi individuali
dall’altra. Prove di dialogo?