Scuola, la carica degli over 50
il prof è sempre più anziano.
I dati dell'ultimo rapporto del ministero della
Pubblica Istruzione:
per la prima volta superata la soglia dei cinquant'anni. Italia
fanalino di coda in Europa
Salvo Intravaia, la Repubblica del
3 luglio 2006
Sempre più anziani. Sono gli insegnanti
della scuola italiana che continua inesorabilmente ad invecchiare. Lo
conferma l'ultimo rapporto del ministero dell'Istruzione. Secondo il
rapporto contenuto nel volume 'La scuola italiana: sintesi dei dati
2005/2006', il numero di insegnanti di ruolo più avanti con l'età è
aumentato. Per la prima volta negli ultimi anni, la scuola secondaria
- di primo grado (l'ex scuola media) e di secondo grado (l'ex scuola
superiore) è over 50.
Insomma, la tendenza sembra davvero inarrestabile: anche quest'anno le
maestre e i professori che si trovano di fronte gli alunni italiani
sono un po' più vecchi dello scorso anno. Al punto che la distanza che
separa oggi l'Italia dagli altri paesi Ocse rischia di diventare
insormontabile. Le ragioni sono tante ma una delle cause messe in luce
in questi ultimi anni è che i rincalzi (i precari e i vincitori dei
pubblici concorsi che subentrano a chi lascia la cattedra) non sono
certo giovanissimi: mediamente quarant'anni.
Nell'ultimo rapporto dell'Ocse ("Education at a Glance 2005: Uno
sguardo sull'Istruzione 2005") fra i tanti dati rilevati per
effettuare un raffronto tra i vari sistemi educativi di tutto il mondo
figura anche l'età degli insegnanti. In Italia, quella di 'svecchiare'
è la categoria che ha in mano il futuro delle giovani generazioni, e
quindi del Paese, è una delle priorità della scuola. E nell'esodo (per
pensionamenti) di circa 250 mila insegnanti previsto nei prossimi
anni, i sindacati intravedono l'occasione per ringiovanire il corpo
docente della scuola italiana. Ovviamente nessuno vuole sminuire il
lavoro e l'impegno di tantissimi insegnanti non più giovanissimi che
con il loro lavoro portano faticosamente avanti una scuola che
scricchiola da tutte le parti. Ma dopo una certa età comincia a
subentrare la stanchezza e la mancanza di stimoli.
Ecco che l'immissione di "forze fresche" potrebbe contribuire a fare
risollevare il vetusto sistema scolastico nazionale: ma occorre fare i
conti con i costi del ricambio generazionale degli insegnanti
italiani, che in questo momento sembra poco praticabile.
I numeri.
Secondo gli ultimi dati del ministero, l'età media degli insegnanti
italiani è di quasi 50 anni, 49,36 per l'esattezza. Lo scorso anno,
era di qualche decimo di punto inferiore: 49,16 anni. I docenti più
anziani insegnano nelle scuole medie. La loro età supera
abbondantemente i 50, visto che si attestano mediamente su 51,35 anni.
I più giovani sono invece coloro che insegnano nelle scuole elementari
che possono vantare l'invidiabile età, (sempre media) di 47,46 anni. E
quest'anno superano la soglia dei 50 anche i prof della scuola
superiore. A dare una illusione di "parziale gioventù", sono soltanto
i docenti di sostegno e quelli di religione cattolica. I primi con 45
anni di età media sono in assoluto i 'più giovani, i secondi si
avvicinano ai 46 anni. Ma è guardando i dati relativi ai docenti
giovani (under 40) e giovanissimi (under 30) che ci si può fare
un'idea più precisa del fenomeno.
Nelle scuole italiane gli insegnanti di ruolo con meno di 30 anni sono
appena 4.219: pari al 6 per mille. Quelli che ne hanno meno di 40 sono
circa 12 su 100. In compenso gli over 50 rappresentano quasi la metà
dell'intero corpo docente (il 48,9 per cento) e coloro che insegnano
ancora dopo avere festeggiato il sessantesimo compleanno sono 4,7 su
100. Insomma, gli insegnanti ultrasessantenni rappresentano oggi una
forza lavoro otto volte superiore agli under 30.
Alcuni confronti.
Basta confrontare questi dati con i
numeri di qualche anno fa per comprendere come si è evoluto il
fenomeno. Nell'anno scolastico '97/'98, appena dieci anni fa, gli
insegnanti con meno di 30 anni erano il 2 per cento e quelli con meno
di 40 addirittura il 23 per cento: quasi il doppio di oggi. Per
converso, gli over 50 erano il 27 per cento, quasi la metà di quelli
registrati nell'anno 2005/2006, e gli ultrasessantenni il 2,7 per
cento. In pochissimi anni, da un rapporto quasi paritario fra gli over
50 e gli under 40 (1,2 per l'esattezza) si è passati a 4,1. In altre
pariole oggi, gli ultracinquantenni in cattedra sonoil quadruplo di
coloro che non hanno ancora festeggiato i 40.
Ma è il confronto con gli altri paesi (europei e non) ad
impressionare. In Francia, Corea, Irlanda, Inghilterra, Stati Uniti e
Giappone la percentuale di insegnanti non ancora trentenni supera
abbondantemente il 10 per cento, con punte del 20 per cento in alcuni
gradi di istruzione di queste realtà. Valori 20 volte superiori a
quelli italiani che quest'anno si attestano sullo 0,6 per cento.