Perché il ministro Fioroni non convince.

Istruzione. Continua a dominare l'incertezza sulla riforma Moratti
e sull'elevazione dell'obbligo scolastico

Nicola Tranfaglia da Aprile On Line.info del 14/6/2006

 

Non possiamo nasconderci che nel mondo della scuola esiste in questo momento un atteggiamento di attesa e di trepidazione sulla politica del governo Prodi nel campo educativo.
La nomina di un esponente della Margherita come l’onorevole Fioroni da sempre vicino alla CEI e ad ambienti conservatori della cultura cattolica come la neosenatrice Binetti fanno temere che su alcuni aspetti del problemi le scelte non saranno intonate a una chiara difesa della laicità dello Stato e della separazione tra Stato e Chiesa.
Pensiamo a problemi come quelli dei buoni scuola che in Italia soltanto la regione Emilia-Romagna ha affrontato in maniera adeguata e sul quale alcune giunte di centro-sinistra come quella ligure e quella piemontese stanno affrontando con preoccupanti ritorni all’indietro proprio nel senso della laicità dello Stato e della difesa della scuola pubblica.
Ma quel che preoccupa in maniera particolare l’opinione pubblica che è vicina agli elettori di sinistra è l’incertezza che ancora domina sulla legge Moratti e sulla elevazione dell’obbligo scolastico.


Per quanto attiene alla legge Moratti, il ministro Fioroni qualche giorno fa ha sospeso la sperimentazione indicata dal decreto attuativo sul ciclo secondario e si è trattato senza dubbio alcuno di un segnale positivo. Ma ora il problema è che se il ministro non sospenderà l’applicazione del decreto e non soltanto della sperimentazione entro il primo settembre 2006, il decreto entrerà tranquillamente in vigore.
Non solo: medesima sorte avrà il decreto attuativo sul primo ciclo che prevede cambiamenti ancora maggiori a livello scolastico.
Si tratta quindi di provvedimenti urgenti e necessari se si vuole fermare l’applicazione di una riforma scolastica che il centro-sinistra ha dichiarato con chiarezza in campagna elettorale di non voler ereditare, una volta divenuta maggioranza legiferante.

Lo stesso discorso vale per il problema dell’elevazione dell’obbligo scolastico in un primo tempo ai sedici e successivamente ai diciotto anni come recita in maniera limpida il programma dell’Unione.
Provvedimenti come quelli indicati sono necessari perché appaia chiara la discontinuità del governo Prodi rispetto alla maggioranza di centro-destra e dovrebbero farsi nei primi cento giorni di governo se si vuol instaurare un dialogo fecondo con gli insegnanti e gli studenti che hanno subito in questo quinquennio ogni genere di prepotenze e di mortificazioni.

C’è un altro aspetto che vorrei ricordare e riguarda le commissioni di esame della scuola secondaria. La Moratti ha introdotto anche per le scuole private e paritarie la formula delle commissioni di esami senza membri esterni. Questo ha condotto nel periodo dal 2000 al 2004 a un aumento impressionante delle maturità nelle scuole private:da 200 a 4000 l’anno. Si può immaginare quale sia il mercato che è cresciuto con questo sistema. Ed è indispensabile che si ritorni al più presto a commissioni composte per metà da membri interni e metà da membri esterni. Unica garanzia per evitare il fenomeno descritto.